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Un istante per sempre

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 17 giu 2010
  • Tempo di lettura: 1 min

Il tenue respiro di un cielo replicato milioni di volte in migliaia di ere, sempre sotto lo stesso cielo, si sente quell’attenuarsi del suo respiro, ma è un cielo che non muore, così come ripetuti e infiniti eterni bagliori si propagano dallo stesso medesimo orizzonte da altrettante lunghissime epoche ed ere. Sotto un solito sole, di un solito cielo, di uno stesso universo, sempre uguale a se stesso, si ripetono i soliti gesti, le solite opere, l’eterno crogiolarsi di qualcosa che già è sempre avvenuto in passato e che avverrà in futuro. Ogni tuo gesto è anche un mio, ogni tuo pensiero lo hanno già pensato milioni di altre persone. Probabilmente non è vero. Ma quando un giorno tutto sarà riempito fino a colmare il già colmo vaso di Pandora cosa accadrà al grande trabocco dell’Universo? Non ci sarà mai una fine. Forse non c’è mai stato un inizio. Siamo l’eterna ripetizione di uno stesso istante che a noi è inconoscibile ed allo stesso tempo è davanti a noi, in ogni medesimo frammento di quell’istante. Sarebbe proprio il caso in certi momenti, di incontrare il mondo e smettere di pensare. Ma è proprio il mondo stesso che alla fine ci porta i suoi sé per cui pensare.

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