Godere molto nel venire alla luce
- Andrea Trofino
- 6 mag 2009
- Tempo di lettura: 2 min
Torna alla luce dopo un viaggio nel buio, torna qui e ora accarezzato dalle onde che si rincorrono nell’aria, gli sberleffi che girano, gli spifferi che parlano di te o che peggio ti ammazzano più del freddo sono scomparsi. Seduto di fronte ad un’atmosfera cristallina con la paura di fracassare il tutto con un dito e di sentire vetri frantumati, idee svanite, pensieri sfumati. Il pericolo di spifferare tutto al diavolo, infischiandosene del rischio di divampare altre fiamme in quell’inferno di pettegolezzi. Vanamente cerca, trangugiando tazze di caffé di percepire un piccolo lampo di genio che si aprisse al varco di una scoperta zip che creasse scandalo. Una mano sulla patta dei pantaloni per controllare che l’eredità genetica fosse ancora intatta (per chi poi) un’occhio buttato fuori dalla finestra (poi chiederò al mio cane di riportarmelo) e l’altro verso un foglio vuoto. Decisamente strabico iniziò la giornata da quel punto dove aveva smesso. Ma dove era andato via, giorni prima?
Si affaccia ad un nuovo giorno e cerca di non cadere, dopo esser venuto alla luce trascorsa una notte molto buia. Rinato come cavallo, incrinato nitrisce, inclinato alla luce obliqua che si getta su un campo di grano, monta, smonta e si mette in moto senza la possibiltà più di uscirne. Smodato non segue la moda perché non è spia di stilisti, perlopiù si fa inseguire da ciò che detta legge e poi lo mette per iscritto ad un partito qualunque. Queste le regole del giogo, un giogo a cui mi piace partecipare per soffrirne molto, sono i frustini della realtà che ci disegna così. Godiamone tutti venendo alla luce dopo una lunga notte buia.
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