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8 dicembre 2017 immacolata contrazione

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 8 dic 2017
  • Tempo di lettura: 1 min

All’improvviso tutto perde di significato, il vuoto che sento provenire da fuori mi riempie il buco allo stomaco che ho dentro e così mi inonda divorandomi e rendendomi vuoto a mia volta. Le luci si spengono e il buio avanza come in una notte senza stelle e senza luna, la nebbia oscura che avvolge tutto ma senza creare nessuna protezione, solo gelo e freddo da cui non puoi fuggire se non reagendo con tutta la tenacia e la forza e la smania di vivere ed esplodere che ti porti dentro da una vita. A volte dunque esplodo nelle notti che appaiono più corte di quello che sono, forse per una contrizione del tempo che invece di dilatarsi, e cioè quando la mente è allineata positivamente all’energia dell’universo e con esso si espande, si contrae, torna indietro, esattamente nel periodo buio della vita, in una fase dove ti rifiutavi di crescere e in cui dovevi nasconderti nel ventre della madre perché la paura era l’unica emozione che invadeva il tuo corpo e la tua mente. Non siamo perfetti e le nostre idiozie e difetti ce li porteremo fino alla tomba, forse modificati e intarsiati in una tale maniera da renderli come strane linee su un’opera d’arte, quei difetti che rendono un quadro qualunque un quadro originale e persino un capolavoro. Come la Gioconda. Cosa sarebbe la Gioconda se fosse davvero bellissima mentre non lo è? Ecco perché è considerata un capolavoro, perché è bellissima nella sua bruttezza, nei suoi difetti che creano il suo mistero, la sua storia. Perché se siamo perfetti, non avremo mai neanche una storia da raccontare.

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