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  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 27 set 2009
  • Tempo di lettura: 1 min

Il risveglio è una di quelle cose più misteriose, ci lascia sempre così ad occhi aperti, con uno sguardo corrucciato sulla fronte, ci chiediamo sempre dove siamo, cosa sono le cose che abbiamo attorno e da quale sogno siamo tornati.

E’ tutto reale ciò che mi circonda, oppure è il proseguio del sogno che stavo facendo? Un incubo.

Mi alzo e lentamente mi avvicino alla finestra dalla quale si diramano raggi di luce a colpirmi la fronte nuda come il resto del corpo, vengo abbagliato e mi giro un attimo. Lei è ancora lì che dorme beata, come una piccola sirena, una principessa morta dalla pelle bianchissima, i capelli che le nascondono parte della schiena.

Parto. Partorire dopo aver fatto l’amore, oppure partire. Sono queste le due decisioni da prendere dopo essere stati con una donna. Partire o partorire. Partorire un’idea di percorre un percorso di vita insieme. Partire e lasciarla via lì, buttata come uno straccio dopo averla usata. Ma non si usano le persone vero? Abbiamo fatto entrambi ciò che più di egoistico ci interessava e cioè raggiungere il nostro proprio orgasmo. Abbiamo adempiuto al nostro compito su questa Terra, eiaculazione e probabile ovulazione.

Ho dovuto fare entrambe le cose. Partire e partorire. Non potevo restare ma neanche lasciarla senza un progetto  (ammesso che quel mio primo getto…).

Così andai via partorendo, osservando  quell’isola misteriosa delle sirene a perdifiato attraverso l’oblò di uno dei primi aerei di quella storia.

Ed ognuno di noi ha una grande storia da raccontare. Ognuno  di noi ne ha una da dimenticare.

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