Untitled
- Andrea Trofino
- 7 set 2008
- Tempo di lettura: 2 min
A volte credo che più l’amore sia folle più sia difficile amare, più grande è l’amore più diventano grandi le distanze, ma quando queste distanze scompaiono all’improvviso, di nuovo insieme, ci si scontra come due soli bollenti e si scoppia in un turbinio di passione infinita. Quanto più l’amore è doloroso e faticato tanta più gioia ci rende, ma quanta sofferenza ci aspetta se quell’amore ad un tratto finisse?
Su quel tratto di strada ti avevo incontrato, ricordi? Camminavi piano e un po’ impacciata verso di me, io già da lontano ti percepivo bellissima ed enigmatica, ma era il percepire dei tuoi occhi nell’aria che rendevano ogni forma di mistero una rivelazione. E’ stato subito amore senza doversi solo dire una parola. un bacio in bocca come se fosse stato trattenuto dalle onde del tempo in un pugno di schiuma sulla marea che si schianta su una spiaggia.
Tu sei stata una spiaggia, il mare, il sole. E poi anche la luna e tutte le stelle.
Rivedrò ancora, rivedrò ancora quel tuo passo goffo e imbarazzato?
[…]
Le mille luci soffuse della città di notte facevano dimenticare la luna dietro la piccola nube rosso grigiastra. La puzza delle fogne, in quel caldo afoso e dal sapore di terra malata riempiva i viottoli calpestati dai tacchi pesanti delle gente affrettata a correre la propria vita. Io seduto sulla panchina mentre mi facevo cogliere da un colpo di sonno, decisi di rialzarmi, prima che il sonno mi uccidesse ancora. Mi diressi di nuovo verso l’aeroporto, amavo vedere gli aerei partire di notte, mi segnavo tutte le rotte sul mio diario, avrei voluto un giorno volare per sempre anch’io tra le nuvole, sognavo di cavalcare le stelle sopra le nubi per raggiungerti ad ogni ora.
Era stata macabra quella sera. Mentre io dormivo con la porta appena lasciata aperta era entrato qualcuno, qualcuno che conoscevo davvero bene, qualcuno che non avrei mai immaginato che avrebbe potuto tentare un gesto così efferato nei miei confronti. Adesso portavo una benda sulla schiena, il sangue era stato ripulito dall’inserviente.
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