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Scombussolati

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 7 feb 2011
  • Tempo di lettura: 1 min

Che ne sappiamo noi di nocche che s’intrecciano

di dita che s’avvolgono

in un pugno o una corazza per proteggerci il viso

da sguardi blindati per non vedere oltre.

Lo spesso smalto sulle nostre labbra che incorniciano bocche di bronzo

in noi che non imbocchiamo mai la strada giusta, maestra,

in noi che preferiamo dar da mangiare ad altri pover’ uomini

che marciscono su marciapiedi, ma distesi.

Sterziamo e andando oltre scherziamo

sbandiamo qua e là ubriachi di cieli sporchi che ci riempiono

la bocca, scendono in gola, ci tempestano dentro,

non siamo diamanti, noi siamo teppistelli

attempati pipistrelli indiavolati nella notte

che con le nocche ci scambiamo forze

pugnalando altre porte con i propri pugni

bussando forte forte, sfondando e perdendoci

oltre quelle porte senza portare la bussola

vagando altrove teneramente scombussolati.

Senza bussare, aprire sempre senza bussare,

agli altri cuori che incrociamo per le dita

per questo le nostre nocche adesso

sono ricoperte di sangue caldo.

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