Omicidio o mi dici dio
- Andrea Trofino
- 26 apr 2009
- Tempo di lettura: 1 min
Il volto piegato all’indietro dal dolore. Era stato un attimo. Lo aveva preso alle spalle piegandogli il collo, adesso aveva gli occhi fuori dalle orbite e un rivolo di sangue che scendeva dalla bocca. L’uomo si mise a cercare nella stanza tra le varie scartoffie e giornali porno, velocemente, dietro la porta c’era Jeremy che stava spingendo cercando di buttarla giù. L’uomo iniziò a sudare, non riusciva ad aprire un armadietto dove si trovava la sua droga. L’Anciol. Un potente allucinogeno utilizzato nell’ultima grande guerra che permetteva di sentire i pensieri degli altri. Bum bum bum. Jeremy contro la porta. Sprank. L’aveva spalancata, l’uomo era fermo e tremante, un rivolo di sudore scendeva dalla fronte, gli occhi allucinati, era in evidente stato di alterazione, probabilmente astinenza. Puntò la pistola contro Jeremy, il grilletto sul polpastrello. Click click… erano finiti i colpi e lentamente con la mano tremante portò il braccio lungo la gamba aprendo piano la bocca come per tirare fuori un urlo. Jeremy si avvicinò a lui, lo prese per il collo, sentì una violenta scossa penetrargli dentro e strinse forte. Cadde a terra inerme. Adesso avvertiva la morte di quel giornalista ucciso. Prese il cellulare e chiamò l’FBI.
Fuori c’era il rantolo e il mormorio di un mare in tempesta.
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