Incontri
- Andrea Trofino
- 24 apr 2009
- Tempo di lettura: 1 min
In quella stanza dalle pareti gialle con l’attesa pendolante nel mio petto quel lungo letto nostro fiume i tuoi passi che non arrivano mai il silenzio dentro e fuori noia e nostalgia anche se eri più vicina per certi versi più piccina con la tele accesa e i giornali buttati lì finalmente i tuoi tacchi sui rivoli della pioggia i tuoi occhi nervosi e timidi su quella poltroncina dove accavallavi le gambe imbarazzo o ripiego eri lì e con un bacio ci siamo reincontrati.
La pioggia cadeva incessante eravamo di nuovo noi ma con le menti distanti eppur vicine con i corpi accesi ma lontani.
La consapevolezza uccide il pensiero divide, il sentire unisce e forse ci siamo chiusi troppo ad ascoltare altro piuttosto che le essenze pulsanti sui nostri palmi.
Una colomba vola via nella pioggia di questa Pasqua. Dovremmo fare come lei. Volare via insieme tenendoci per mano, spostando ogni velo e tenda, uscire allo scoperto. La paura ci sta uccidendo. Lo sai quanto faccia male la paura. La paura ci rende ciechi, afflitti, pesanti, l’orrore ci paralizza. Bisogna continuare a giocare come bambini su di un prato.
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