Il primo giorno dell’anno
- Andrea Trofino
- 1 gen 2011
- Tempo di lettura: 1 min
Un anno senza braci e senza abbracci, un anno senza fuochi e senza ustionati, la mia pelle è ancora intatta e tesa,
come se dalle mani rivolte verso l’altro esprimessi calore tenue che si alza in alto
fuochi fatui si disperdono lungo il cielo tra l’altro e l’alto
non mi perdo vago oltre senza rompere alcuna breccia nel cuore altrui
innalzo la muraglia di un nuovo anno dove mi arrampico per saltare
perché è comunque altrove che devo stare
un giorno ti raggiungerò ovunque ti saprò riscoprire
per farti una sorpresa saremo ciò che siamo stati da bambini
di nuovo nudi a leccarci la pelle come animali feriti
da una freccia che ha fatto breccia altrove dal cuore
qualcosa che ci ha feriti quasi a morte
oltrepassa questa carne va al di là, in qualche punto dell’ignoto
vaga come un treno, vaga come un vagone di merci contraffatte
sono tutti i baci rubati dell’anno, illegali e sperduti
che finiranno gran parte nell’immondizia
Saprò io cogliere il tuo incontrandolo con le mie mani che aspettano la pioggia?
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