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E state depressi

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 17 lug 2009
  • Tempo di lettura: 1 min

Un estate depressa con l’alta pressione che mi preme da lassù nel cielo, il sole costante che mi preme sulla fronte arrossata. Le strade che bruciano assetate di una pioggia che non arriva mai mentre le ombre si stagliano e intagliano lungo le linee dei campi, strane creature costruite dai rami degli alberi le ombre.

Mi adombro sotto i platani, mi ricopro, mi distendo e mi addormento. Le mie idee vagano come mine inesplose in questa estate depressa. Ma c’è alta pressione dicono là dentro ascoltando la TV. Sta toccando a me, sta toccando me.

Il tuo leggero ricordo, il tuo pensiero mi sfiora senza colpirmi, mi lascia una cicatrice. Dicono che le cicatrici siano gli autografi fatti da Dio sulla nostra pelle, ci segnano come codici a barre, ci segnano l’anima e poi passeremo alla cassa quando moriremo. Sarai per me terra e pace. Dopo questa lunga lunga estate.

Già finita.

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