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Assentarsi nella presenza

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 2 mag 2010
  • Tempo di lettura: 1 min

Le mie sono momentanee assenze dal mondo, salto dalla mia presenza ad altre presenze, mi assento un attimo per dichiararmi profondo, e poi laggiù iniziare a gridare che mi manca l’aria la polvere delle stelle che vorrei respirare più in alto dal pozzo profondo verso la luna che vi è riflessa, essere il desiderio di molti, quella monetina lanciatavi per un desiderio di altri accontentare, soddisfare, regalare, e mai che un giorno riuscissi a darti a te stesso. Una manciata d’aria, un pugno di farfalle, un amore che strenuo continua a non esistere, e lo invochi come se fosse un Dio di cui conosci benissimo la non esistenza.

L’uscita dal pozzo si trova all’interno del secchio. Del secchio legato ed appeso alla luna. Un vecchio prima o poi mi tirerà su oppure dovrei imparare a schizzare in alto veloce come uno sparo, mirato bene contro un telo d’acqua riflesso di stelle così per rompere un sipario del sogno, e ritrovarsi di nuovo in un circo di vita, in un giro di vite, in un mercato nero, in una vita illegale.

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