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  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 28 ott 2009
  • Tempo di lettura: 1 min

Ad Halloween non avrò bisogno di travestirmi perché già so di essere uno zuccone e quando verrò da te, cenere delle mie stesse carni, mia Cenerentola dei miei musei di cera, arriverò a piedi e ti farò salire all’interno del mio cervello per trasportati nel mio reame, esattamente nel mio sciame di pensieri. Ricordati bene però che dopo la mezzanotte dovrai toglierti dai miei pensieri e dalle mie idee, ricordati di non rimanere un chiodo fisso ché già i miei polsi hai fatto sanguinare in passato mettendomi al muro come un Cristo in croce. E certo che abbiamo paura dei nostri fantasmi del passato, non sono altro che i ricordi lontani. Adesso sono il tuo zuccone, tu la mia inutile cenere. Ti ho fumata bene, mi hai dato alla testa. Ricordati di uscire senza far dolore. Un dannato testardo, bendato per te ai piedi del letto e tu con le manettine dell’amore. Non ci resta mai da fare altro che avvinghiarci, cingerci, cospargerci tra le lenzuola. Ceneri. Vuoi venire a cena con me?

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