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Sotto altre luci

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 3 mar 2010
  • Tempo di lettura: 2 min

Ho cercato di pensare tutto questo in un’altra luce, ho cercato di pensare tutto questo buio che ci ha svuotati come buchi neri in un’altra stanza dell’anima, in un’altra ottica, in quel bianco soffitto dove pendeva il lampadario della nostra vita ad illuminarci, a cercare di continuare di illuminarci senza tregua, forse perché in questi giorni così grigi là fuori e a volte qua dentro di me ho bisogno di esplorarmi con una pila tascabile, tra i meandri inconsci, nel mio tunnel di morte personale e provvisorio, nel mio circuito elettrico di cantici viziosi dell’inferno acceso, ed ecco, il fuoco è uno degli elementi che mi aiuta a produrre luce sotto un altro punto di vista, eppure il fuoco che sento dentro a volte è gelido come lo sguardo di una parete bianca. A volte tutto torna ad illuminare la nostra vita, c’è sempre qualcosa che luccica, che si accende e si spegne, c’è sempre qualche spia che lampeggia e che ci ricorda che dobbiamo continuare a lottare, a splendere, e preferibilmente a non spendere ulteriori energie. Siamo lucciole su un mondo che va nel suo buco nero personale, che deriva in un tunnel dove non sappiamo ancora se alla fine ci sarà una luce. Ci siamo portati troppo avanti e adesso è come se ci fossimo persi nel mezzo di un bosco che non conosciamo più.  Questa è l’era in cui Hans e Gretel si sono persi. Mi chiedo se troveremo mai una casetta fatta di dolci e se mai la strega non sia già morta di fame in questo terzo mondo. Te l’ho detto, bisogna vedere le cose sotto un’altra luce, un’altra luce. Forse dovremo evadere le tasse ed evadere da tutto il resto che ci circonda. Non lasciamoci avvinghiare da una stretta che si fa sentire fintamente amica, qualcuno che è al di sopra di noi, ci vuole tutti moribondi. Attraverso un’altra luce.

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