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Perseo

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 13 set 2009
  • Tempo di lettura: 1 min

Dove mi sono messo? E’ qualche tempo che non riesco più a ritrovarmi. Dove sono finito, oppure sono finito? E’ tutta finita? Forse qualcuno mi avrà visto dentro qualche cassetto. Mi sono perso. Gioco a nascondino adombrando la mia coscienza vitale nel mondo. Dietro il muro, sì, prova a cercare dietro il muro. Ci sto attaccato al muro, appiccicato con le spalle, sono una mosca. A volte mi volatilizzo, a volte volo, a volte mi volto e basta, per darmi la mia schiena. Schiena che vorrei piena di baci, perché sono quelli che dono alle ragazze che non contraccambiano mai. Sono dietro di te, mi sono perso e quindi t’inseguo, cerco di riprendermi, di ritrovarmi addentrandomi in te. Ma è proprio lì che più mi perdo. Dove hai messo la testa? Per chi l’hai persa. Ne sei proprio convinto? Di certo, quello che so adesso, è che sono stato vinto, senza lottare, abbattuto senza combattere, steso senza elevarmi. Adesso l’hanno chiamato. Hanno chiamato l’ascensore. Elevator.

Perso di vista ti ritrovai nelle borse delle tue occhiaie.

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