Parole girate: viste di schiena
- Andrea Trofino
- 24 mag 2009
- Tempo di lettura: 1 min
Svagato. Eccomi variegato a grandi linee verticali, sono parallelo alla tua pelle, un giocattolo di argilla che s’intaglia sulle tue curve. Incurvato. Sbandare a destra e sinistra, perdendo la testa e quando sono più concentrato i miei occhi guardano dritti i tuoi orizzonti, perché nei tuoi c’è il mio sole errante. Stella del sud. Sudo. Con questo caldo sudo assieme a te, sono belli i rivoli di sudore sui tuoi seni, lungo le colline della tua schiena. Adesso schiuma. Bagnamoci in quella fresca fontana, io il tuo zampillo d’acqua, tu il mio intero mare, la mia foce. La mia voce preferita. Sussurami piano, soffio all’orecchio, ondeggiami, coprimi, scivolami, rendimi placido. Oscillami. Come rami al vento fresco della sera, o sulla scia dell’amaca, persi dietro la bava della lumaca come granellini di polvere di pelle quaggiù. Stella del sud. Riequilibrami, bilanciami, stendimi a terra con una carezza. Dammi la forza tu che sei il forziere, io ti aprirò le porte io che sono la tua chiave. Raccoglimi quando sarà l’attimo, prendimi quando è l’istante giusto, non esitare. Estinguimi quando divampo all’interno di te. Scioglimi come le trecce, i ghiacci, i nodi al pettine, sventrami deliziosamente. Stella, stella. Preg’ami in ginocchio davanti al membro mio.

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