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Lettera da dio

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 16 lug 2009
  • Tempo di lettura: 1 min

Avrei voluto scriverti una lettera d’addio, anzi meglio, una lettera da Dio, perché tu, mia piccola creatura, sei stata docile e franca ma hai superato ogni limite, ed io dunque devo multarti, mi hai detto troppi “no”, “non posso”, “non è possibile”. Inutile io a dirti da Dio, che tutto è possibile, tu mia piccola creatura hai continuato con le tue diavolerie a ripetermi che sei impossibile, io come un padre non eterno devo abbandonarti, abbondonarti alla deriva dei flussi del vento, perché non hai creduto alle mie parole e mi hai tradito con le tue bugie. Non sei mai stata onnipresente, io ho sempre cercato di farlo, figlia mia, bambina, io sono stato come un padre per te, tu mi hai ripudiato continuando a dire che le cose sono impossibili. Te lo dissi al principio, tutto, ma proprio tutto è possibile, avremmo potuto dominare i nostri pascoli e i nostri fiori, i nostri girasole, le nostre rose, la dimora divelta dai tempi. Tu non hai avuto fede in me. Ed è per questo che io devo abbandonarti, lasciarti alla tua sofferenza, ti manderò al diavolo, sì, devo spedirti proprio all’inferno amore mio. Il tuo piccolo Dio minore.

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