La conservazione della specie
- Andrea Trofino
- 3 ott 2010
- Tempo di lettura: 2 min
Dovrebbero conservarla in un barattolo.
Distesi sul mare come sacche buttate dal cielo. Eravamo così quel giorno, stavamo buttati sulla sabbia come sacchi con due bocche che ogni tanto s’aprivano e gli occhi sempre chiusi per via del sole che baciava i belli, ma non me, io li tenevo chiusi perché ero soltanto geloso. Il sacco che mi stava vicino aveva anche dei bellissimi capelli di un color castano biondo e quel giorno che stavamo su una spiaggia come due rifiuti ci stavamo proprio rifiutando di amarci (alcuni potrebbero obiettare che eravamo anche rifiuti della società, ma questo merita una discussione a parte). Quel sacco voleva parlare di amore da quella boccuccia piccola e rossa ma che tanto mi ricordava il beccuccio di una papera. Ed era un sacco che parlava un sacco. Io mi svuotai e preferii sotterrarmi sotto la sabbia. Vedi – disse il sacco – ci sono diversi tipi di amore, l’amore passionale, l’amore per tutta la vita, l’amore di una notte. Avevo già capito tutto, iniziai a scavare sotto la sabbia. E l’amore che dura due anni e quello che dura in eterno. La bocca del mio sacco svuotato voleva dire all’altro sacco lì buttato che queste erano tutte sciocchezze che rendeva tutto inutilmente complicato. L’amore c’è, non c’è, o molto più facilmente non esiste. Vedi – continuò il sacco – tra cento uomini una donna dovrebbe scegliere solo te. Perché tra cento uomini anche se tu non sei stato il ragazzo più bello che ho avuto (anzi) hai tantissimo fascino, una donna dovrebbe scegliere solo te. Da sotto la sabbia iniziai a cercare un canale che mi portasse via, che mi portasse via almeno fino all’acqua del mare, ma rimanevo lì buttato e pesante come un sacco. Per l’appunto. Ci sono diversi tipi d’amore. Il mio amore ogni due anni deve cambiare. Adesso ho bisogno di un amore passionale. Vedi io ti amo, ma non ti amo più come prima. Ti amo, ma ti amo in maniera differente. Sotto la sabbia adesso avrei voluto iniziare a costruire una piccolissima bomba atomica che ci avrebbe fatti saltare tutti e due per aria, così, come sacchi di patate, suicidio doppio, ormai avevo capito tutto. Tu non sei bello ma siccome il tuo fascino è così immenso io adesso devo lasciarti per un altro e non basta, siccome sei talmente affascinante hai adesso a disposizione anche cento donne, perché il tuo fascino è così portentoso che tra cento uomini una donna potrebbe scegliere solo te, ma vedi, io adesso ho bisogno di altro, dopo ogni circa due anni, ho bisogno di provare qualcosa di diverso. Fu così che finì. Mi lasciò perché ero l’uomo più affascinante del mondo. Un giorno vi dovrò raccontare un’altra storia. Alla fine scoppiamo davvero insieme come due sacchi gonfi. Le mie ceneri furono buttate in mare, e le sue sparse sulla spiaggia in attesa di rinascere come una Venere. E lei, lei un po’ lo era davvero. Ma adesso aveva bisogno di qualcos’altro. Un altro Apollo. Devo ammetterlo: un altro pollo.
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