Invisible monsters
- Andrea Trofino
- 25 lug 2010
- Tempo di lettura: 2 min
Si aprono le porte alle undici di mattina. Le porte della vita di un giorno qualunque. Credo sia un errore pensare che qualunque giorno sia uno qualunque, ogni giorno possiede in sé la forza di rivoluzionarci la vita. Se abbiamo abbastanza fortuna. Mi sono specchiato agli angoli di un vetro incrinato e non sono riuscito più a vedermi. Ci sono mattine sempre più frequenti in cui inizi piano piano a scomparire dal resto degli altri e il processo va oltre ogni giorno non qualunque che passa. Ti svegli, ti guardi allo specchio e noti che ogni giorno non qualunque che passa inizia a mancare un pezzo di te. Stamattina erano svaniti i capelli, poi vennero le sopracciglia, le ciglia, gli occhi, la bocca. Oggi sono consapevole del fatto che sto diventando del tutto invisibile. Non mi guardo più, non mi vedo, non mi osservo. Il fatto più strano è che il sentirsi scomparire e svanire non avviene solo quando lo pensiamo noi di noi stessi ma è un processo doppio, anzi triplice: all’inizio credi che sei solo tu a non vederti, poi ti accorgi lentamente che sono anche gli altri a non riuscire più a vederti e ancora andando oltre iniziano a scomparire anche tutti gli altri. Si chiama “sparizione di massa”, “morbo dell’invisibilità”, “epidemia dell’annichilazione”.
C’erano uomini e donne una volta su questo pianeta. Più si scontravano tra di loro ogni giorno non qualunque e più si annullavano tra di loro. Alla fine il mondo come lo abbiamo sempre conosciuto è svanito. E’ scomparso l’intero mondo. Tutto è diventato invisibile, inconoscibile, fantasma. Una specie di buco nero. Non se ne conosce la causa precisa, avrebbe potuto trattarsi di una sorta di virus alieno ma gli studiosi ne hanno sempre scartata l’ipotesi per ingoiarne l’antitesi. Dicono che tutto ebbe inizio intorno ai primi anni dell’anno duemila, duemila e uno. Una massificazione della specie umana. Miliardi di individui che lentamente sono divenuti così simili tra di loro da non riuscire più a coglierne la differenza tra l’uno e un altro, talmente simili… da scomparire. Puff. Svaniti all’improvviso nel nulla perché tutti uguali. Alcuni storici li definivano “schiavi” del sistema di potere. L’epidemia dell’invisibilità dunque iniziò ad esserci quando vi fu un’altissima crescita improvvisa e totale del conformismo alle norme e alle regole. A testa bassa, per non rischiare di essere visti.
Guerre, malattie create apposta per ridurre la popolazione mondiale, tasse che aumentavano senza che nessuno osasse ribellarsi, armi e centrali atomiche ovunque, ospedali che non servivano più da ospedali ma da obitori, popolazioni di cavie umane, la pace che era divenuta la guerra, civili ammazzati da soldati strafatti di Modafinil che diventavano eroi nazionali, maniaci folli narcisisti che presiedevano i governi strafatti di coca, gas al posto dell’aria. Tutto questo di fronte agli occhi di tutti, agli occhi di chi ormai era incapace di guardare se stesso e gli altri. Nel nuovo mondo degli invisibili. Ci eravamo neutralizzati da soli senza saperlo ed erano rimaste solo fotocamere e migliaia di telecamere disseminate in ogni angolo del mondo. E solo esse potevano vedere e controllare. Gli umani non avevano ormai più occhi.
In una giornata non qualunque tutto questo prese coscienza, il sole sparì per sempre dal pianeta e iniziò la vita di quelli che furono chiamati “notturni”.
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