I have a dream
- Andrea Trofino
- 13 giu 2009
- Tempo di lettura: 2 min
Ho sognato la rasentazione dei limiti estremi, il tripudio oltre l’esultanza, le trombe che mi acclamavano oltre il pulpito, gli applausi ad una mano che partivano da oltre il palco delle messe in scena.
Ho sognato le trombe di falloppio, la corte e l’avvocato del diavolo, il cuore in gola che non si sputava via fuori, l’oltremodo dell’oltretomba, gli Stati Uniti della Lega Nord, l’Italia Libera, Berlusconi alto e intelligente, ho sognato il rifiuto dei rifiuti senza annaspare ulteriormente, ho sognato l’aria Serena e le sue amiche, ho sognato l’aria Mite, il pulviscolo degli Dei, l’aspirapolvere degli angeli.
Ho sognato le pubenda leggendarie di Maroni, le imprese colossali di un Titano che giocava in borsa, ho sognato scippatori di blue-chips e azioni, ho sognato sniffatori di nani da giardino, innaffiatori di misericordie, bacia-mano di principesse addormentate, mani morte, ammortizzatori sociali, sommozzatori affogati, strozzini strozzati, famosi mafiosi infamati.
Ho sognato il filo conduttore delle idee a scapito, ho sognato le idee degli altri, le dee degli altri dei, le deambulanze con la sirena accesa lungo la dorsale del perso equilibrio sulla fune, ho sognato il cappio e gli accalappia cani, il lazzo e il lazzaretto dei cowboy estinti, ho sognato i miei cari e i miei meno cari prezzi, io ho sognato tutto questo.
Io ho un sogno. E il mio sogno è un sogno allucinato, fuori dalla portata dei primi e dei secondi piatti, fuori da ogni portata, oltre l’ancora, laddove osano i sognatori e coloro che frequentano le corride, i sogna tori. Io ho sognato di aver messo a segno un punto. Io punto.
E adesso vorrei che questa pagina tornasse bianca per poterci scrivere di aver di nuovo sognato.
Punto.
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