Gelosia
- Andrea Trofino
- 17 gen 2010
- Tempo di lettura: 1 min
Rantolo nel buio ma non demordo, brancolo nella luce accesa ma non ricordo, non ricordo la mia brama di gelosia, non rimembro quale fosse il membro da evirare o quello da evitare, ho gli occhi accecati dalla gelosia oppure è la luce che è sempre spenta? Dove sei amata mia, o meglio ancora dire armata mia, che mi sparasti un colpo in gola (e poi vomitai) appena ti vidi lì distesa con l’altro, eravamo in tre, non eravamo più in due, ma soprattutto io non ero più in me, e dunque dove eravamo? Dove eravamo rimasti, quanti eravamo, perché cercavamo in tutti i modi di moltiplicarci i pani, i pesci e adesso anche i peni? Ecco, questa è la mia pena, e la mia incertezza fa pena, oppure è la pena che crea l’incertezza e in tutto questo guazzabuglio io ci nuoto e m’affogo, come un pesce fuor d’acqua eppur vi sono dentro. Sono un pesce rosso, ed ero sempre stato certo che tu fossi la mia vaschetta. Era bello sapere che ero l’unico ad entrare in te. Adesso che so che siamo forse anche in tre… dimmi te, dove me ne andrò come un cagnolino a scodinzolare, cosa dovrò scandagliare oltre? Ecco mio tesoro, io dovrò solo scagliare contro, scagliare contro di te tutto il servizio in ceramica. Basterà questo per tornare in noi due?
Comments