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Distanti saluti

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 22 mag 2009
  • Tempo di lettura: 1 min

Siccome mia cara siamo lontani, ti mando questi distanti saluti, e siccome d’un attimo è stato il nostro amore ti mando baci d’istanti, fotogrammi delle mie labbra, grammi di bocca e saliva. Tutto d’istinto feroce e selvaggio come un cuore dolce e rapinato (rubato da te), ladra, puttana e cavalla di Troia, ma anche sirena che urli a squarciare le nebbie sul mare. Distinti saluti così come d’istinti viviamo nel bene e nel male, d’istinti e d’istanti. Siamo due attimi in mezzo al mare, le gocce lasciamole ai pesci. Noi affoghiamo lo stesso senza respiro, io il tuo tossico tu la mia puttana, ci rimangono le ceneri. Siamo inceneriti, come le fiammelle delle candele. Spiriamo bene.

Perché, perché questo cadere nel fango dei cimiteri dai grigi mattoni, la notte buia e costellata di corvi con la luna accesa come un lampione e un soffio di vento che smuove la polvere dai sepolcri?

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