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Depeche Mode – Sounds of the Universe

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 25 apr 2009
  • Tempo di lettura: 1 min

Il nuovo disco dei Depeche Mode “Sounds of  The Universe” è un mezzo tuffo verso il passato, un mezzo tuffo verso il futuro-presente e un mezzo tuffo al cuore. E’ un disco che rispetto al precedente è molto più leggero, a parte se deciderete di comprare il box contenente tre DVD, con versioni remix, demo versioni e dulcis in fundo il disco nuovo, un booklet fotografico, le mutande di Dave Gahan, il suo cellulare e qualcos’altro ancora. Musicalmente parlando è puro Pop. Troppo Pop. Un po’ Pop e un poco un po’ porno. In quella elettronica fatta con strumenti di campionamento di trenta anni fa si sovrappone un cantato e una melodia degna dei migliori Take That, qualcosa mi fa addirittura ricordare i Beatles. I pezzi questa volta non esplodono per l’originalità infatti e a parte alcune perle è un disco che non riesce a tirare fuori la solità capacità di stupire che era tipica dei Depeche Mode. E’ un disco piacevole, puo’ essere considerato un altro piccolo capolavoro, un capolavoro della leggerezza rispetto al precedente Playing The Angel che invece era un capolavoro di pesantezza. Un po’ tornati indietro, riprendono stili e suoni puramente di inizi anni ’80 e molti brani infatti ce li ricordano. Tra le mie preferite spiccano “Peace”, “Come Back” che è quasi un capolavoro ma nella versione demo che non si trova (ahimé) sul disco ufficiale, “Perfect” e “Corrupt” (che ricorda da vicino “Fly on the Windscreen” di Black Celebration. Sono sempre loro comunque, un disco da quattro stelle, sempre consigliato.


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