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V.

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 1 lug 2010
  • Tempo di lettura: 2 min

Ecco perché stanotte non ti telefonerò. Non sono abbastanza forte da portarmi dietro tutto il fardello del mondo sulle mie spalle. Ci provo, tento di avvolgerlo con le braccia o come se fosse una vecchia cassetta di riavvolgerlo agli antichi primordi per alleggerirlo della sua pesantezza umana, ma è troppo grande per me, Greta, è troppo pesante per la mia povera schiena piegata dal macigno a forma di cuore che cadde da quella montagna a forma di donna e non riesco nemmeno a sollevarlo da terra. Ecco perché stanotte non ti telefonerò. Perché se telefonassi dovrei dirti ancora una volta addio, ma quante vole si può dire addio alla stessa persona? Tu mi diresti che è stato un incidente, che non è stata colpa mia, e io comincerei a crederti coltivando però il dubbio dal quale forse spunterebbe un fiore, un fiore di verità. Avrei voglia di crederti, ma la verità è che quella notte l’ho spinta con violenza, con molta più violenza di quella che è lecito usare contro una donna e l’ho uccisa. L’ho spinta via fuori dalla mia testa ed è caduta scivolando sul mio petto sino a finire ai miei piedi. Per la prima volta era ai miei piedi pur non amandoci più. Quello che ha fatto lei non importa. L’ho uccisa sputandola dall’anima e se ora permettessi a te di dissuadermi, servirebbe soltanto a distruggerci più avanti. E’ una storia da cui non c’è ritorno. Devo agire subito, capisci, finché mi rimane il coraggio. Grazie a Dio posso bere. La Guinness ti dà forza, diceva la pubblicità a Londra. La tequila ti dà coraggio. Parti da un certo posto, e per quanto pensi di essertene allontanato, alla fine ritorni sempre lì. Credevo che mi avresti salvato, che sarei riuscito ad appartenerti, ma io non sono appartenuto mai a nessuno, forse neanche a me stesso. Grazie del sogno Greta. Ho trovato una donna e questa donna mi ha fatto sentire bello. E’ un bene che questo finisca prima che tu scopra chi sono veramente. Quella notte sono venuto nella tua casa con una pistola, ricordi? Non ti scordare mai cosa significa. Solo un pazzo fa una cosa del genere, e non c’è da fidarsi dei pazzi. I pazzi s’impicciano delle vite altrui, scrivono libri su cose che non li riguardano, comprano pillole. Dio, grazie delle pillole. Le mie venticinque amichette viola. Xanax in iperdosaggio, garantito per regalarti una notte di sonno ininterrotto. Forse senza più nessun risveglio. Siamo morti entrambi. Perdono. Perdono. Perdono. Perdono. Perdono.

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