Violentare alti cumulonembi
- Andrea Trofino
- 13 ago 2008
- Tempo di lettura: 1 min
Un vetro divide l’occhio che vede dalla mano che prende, poi, adagiato su di un pianoforte, ha coinciso col rumore della distrazione di massa, coperto dagli applausi senza mani, come andando in bicicletta da ragazzi. Nessuno le può asfaltare: cosa sono? Qualcuno è riuscito a catramarlo: cos’è? Le razzie di capelli cresciuti, son pari solo alle adozioni della forbice contadina: basta tagliar corto! L’edema assume un nuovo respiro, le galline saltano, incuranti delle mire anti uovo: non è ancora giorno. Chi spedisce francobolli lecca le mani dei cani poveri e misura i marciapiedi che separano la via dal ritorno. (Discorso da impostare appunto.) Essere celeri sgomenta, essere eroi annerisce, chi di colore perisce di grigio scurisce. Mastica bene, e cerca di scoprire se grandina sotto le porte, i generi più vari sono in agguato, le modiche quantità aumentano, e i più s’accaparrano percentuali divine nel giorno del supplizio. Giudicare è considerato arte, scrivere viene visto come una forma di action petting, ma tanto l’amore non (ci) arriva, la miccia è troppo corta, la polvere è bagnata, e Volfango usa il rollio dell’amaca per addormentare il ventre bambino, senza bisogno di tornare femmina di imprevisto, proprio in quel fango.
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