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Viaggio

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 23 mar 2016
  • Tempo di lettura: 1 min

Sto scomparendo, mi sto diradando.

Sono la nebbia grigia al mattino

e verso il  sole giallo a mezzogiorno

mi sto ampliando, mi sto dilatando

come le pupille degli occhi quando

si aprono alla luce diretta dei tuoi.

Mi sto amplificando, ti sto circondando,

Sei messa alle strette tra le mie mani,

è tempo di bruciare ogni tappa sulla strada,

lasciarci dietro il fuoco che arde la breccia

su questo asfalto fumoso e bollente

dove sorvoliamo parole e paranoie la sera.

Sono cieco, non vedo più l’ora né il minuto,

vedo solo il distante istante lontano.

Ci lasciamo dietro una traccia che accende,

è la scia del nostro passaggio sulla terra,

Io un piccolo dio e tu una piccola iDea.

Vado oltre, inizio a volare, vagare,

ondeggio come un fantasma sul mare,

sono il vascello, il pirata bendato in tempesta,

Come un faro acceso alla deriva di un’isola

nessuno più mi osserva, nulla più mi arresta,

spezzo le catene del tempo che legano il cuore,

lo lascio andare altrove lo spargo in ogni dove,

oltre l’orizzonte e al di là del mare visibile,

mi rendo fumo che sale al cielo smarrito,

offusco il sole e creo un’eclissi totale,

ti vedo dall’altro emisfero della statale,

tu sei la luna io le due facce di un altro mondo

testa, cenere o croce, spalle oppure gomiti,

oscilla alta la moneta ed ecco che schiocca il bacio.

 
 
 

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