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  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 23 ott 2013
  • Tempo di lettura: 1 min

Una volta Nietzsche ha scritto che la più grossa differenza tra un uomo e una mucca era che la mucca sapeva come esistere, come vivere senza Angst – ovvero angoscia – nel beato presente, senza portare il peso del passato e inconsapevole dei terrori del futuro. Ma noi sfortunati umani siamo così perseguitati dal passato e dal futuro che possiamo solo girovagare brevemente nel presente. Sapete perché bramiamo così ardentemente i giorni dorati dell’infanzia? Nietzsche ci dice che è perché quei giorni dell’infanzia sono giorni spensierati, giorni senza pensieri, giorni in cui non siamo ancora appesantiti da ricordi plumbei, dolorosi, dalle macerie del passato. Kierkegaard ha descritto alcuni individui come esseri in preda a una “doppia disperazione”, ovvero essi sono immersi nella disperazione ma sono troppo illusi per sapere persino di essere immersi nella disperazione.

 
 
 

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