Un’opera d’arte
- Andrea Trofino
- 7 mar 2016
- Tempo di lettura: 1 min
Voglio solo di nuovo il tuo corpo Io e te insieme pelle sulla pelle Con il mondo fuori e il cielo dentro Bocca nella bocca senza più parole Occhi che incontrano occhi sui binari dello sguardo Nessun altro legame a stringerci
Il cuore lasciamolo riposare libero e stremato Ci sono solo i nostri corpi che si muovono E le nostre pulsazioni che ci dondolano Con le mani intrecciate alle mani Con i pensieri sciolti e lontani Con i destini che non saranno più intricati
Baci sulla schiena inarcata Come fosse l’entrata di una galleria Da visitare, entrare, uscire, fotografare, Timbrare il biglietto per vederci insieme come una complessa forma d’arte.
Così, adesso, per sempre e poi mai, Lascia che ti tocchi con un dito Perché tu sei elevata come il cielo ed io fiorente come la terra in primavera C’è il fuoco e l’acqua che ci inonda, Non possiamo separarci siamo in onda, Lo dicono gli elementi e gli Dei Non possiamo più liberarci da queste catene Io sono maledetto e tu sei la santa Io lo stalliere che cavalca e tu la regina.
In questo orto di fior di pelle che sbocciano Dove i brividi scendono e salgono Come cascate in una foresta Nessuno dei due ha più un nome Nessuno più che ci conosce al mondo.
Siamo come il cielo che brucia Che si unisce al mare la mattina Che con la Venere crea la spuma Adesso io sono la spiaggia tu l’onda che m’invade e mi avvolge.
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