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Un letto che non conosco

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 15 ott 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Una mattina mi risveglio e mi trovo in un letto che non conosco, mi guardo assonnato intorno, le pareti il soffitto. Non riconosco il posto dove mi trovo. Mi tocco piano la testa, il petto, ho una strana sensazione nello stomaco. Mi alzo lentamente e vado fino a quello che ho sempre creduto fosse il mio bagno di sempre, entro e mi guardo allo specchio. Ho uno sconcerto improvviso, non capisco chi è la persona riflessa, non capisco di chi siano quegli occhi, il naso, il mento, i capelli. Non riesco a riconoscermi e non capisco chi sia. Cado a terra respirando affannosamente cercando di ricordare cosa è successo la sera prima, sembra impossibile potersi ricordare, non riesco a far apparire nulla nel fiume torbido dei pensieri. Che cosa faresti se ti svegliassi un giorno in un posto che non conosci e non hai mai desiderato, in un corpo che non è il tuo, in una vita che non è stata mai quella che hai sognato e all’improvviso diventa la tua realtà? Se ti svegliassi all’improvviso in un altro punto del mondo saresti anche un’altra persona? E adesso inizio a ricordare. All’improvviso tutto si fa luce. Ti accorgi semplicemente che quella è sempre stata la tua stanza, quello è sempre stato il tuo volto e quella la tua vita che hai sempre cercato di evitare, che hai desiderato sempre tutto tranne quello che hai ottenuto. Che quella non è la vita che volevi, che l’incubo si è avverato e che in fondo, sei davvero un altro, un altro che non saresti mai voluto essere, il contrario dell’uomo brillante, famoso, ricco e carismatico che volevi essere, con una famiglia che è la peggiore del mondo. Ti svegli una mattina e ti accorgi di tutto questo in un attimo dopo cinquantanni di anestesia totale. Adesso che sono un altro e voglio tornare me stesso in me stesso, ho solo due possibilità: il suicidio o la fuga. Risvegliandomi lontano in un altro luogo, molto lontano, ritroverei una parte di me stesso. E’ così che funziona. Devi dimenticarti quello che sei quando ti accorgi di esserlo per diventare quello che vuoi, allora non puoi più restare, non puoi più avere rapporti con il tuo vecchio te stesso se vuoi essere quello che davvero desideravi. Devi allontanarti. Per sempre.

 
 
 

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