Succede
- Andrea Trofino
- 14 apr 2014
- Tempo di lettura: 1 min
A volte mi accado da solo succedo appaio nel tempo e nello spazio il mio grande Io in questo strazio mi accade compaio e scompaio scompagnato e accompagnato come un guanto rimasto solo poggiato sul sifone d’inverno dimenticato e freddo più freddo di quello indossato. Passo inosservato, sulle punta delle dita delle dita del mio guanto insanguinato dipingo pareti di rosso corallo con le mani e dalle spalle la solitudine non mi scrollo mentre faccio scrolling sul video gira, gira e rigira la rotellina della vita come una roulette russa. E se un giorno il mouse sparasse un proiettile lo avrò puntato alla tempia e non ad una casellina comparirà un’icona di morte un teschio avvolto da un viso sconvolto mi verrà a prendere della morte l’oscuro eterno magico avvoltoio. Sono appena uscito dall’accappatoio. Cerco una via di fuga, una scappatoia. Ma resto un toy-boy e nessuno vuole giocare. Un via di fuga dal centro di precarietà Per carità, non faccio l’elemosina. Ma adesso ti chiedo il bacio, come se fosse l’ultimo gettone. Inserisci la moneta sulla mia lingua.
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