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Stupido?

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 19 giu 2016
  • Tempo di lettura: 2 min


Mi sento così stupido. Mi sono lasciato andare e sono proprio andato via. Mi fai sentire stupido perché quando ti desidero divento un buffone o almeno è quello che pensi un attimo dopo averti scritto.

L’amore rende stupidi? E allora io ti amo tantissimo perché non capisco più nulla, non connetto, ho i pensieri e le idee che vengono scompigliate dal vento così come accade con i tuoi capelli con la brezza in riva al mare.

Ti ho detto che stai bene a colori con un fiore tra i …capelli. Potresti galleggiare sulla schiuma dell’ultima onda del mare che s’infrange a riva e alzandoti, nel tuo costumino rosso sopra la tua pelle bianca, mi ricorderesti la Venere di Milo.


Mancano delle minuscole conchiglie che ti circondino o alcune enormi dove potresti raggomitolarti e racchiuderti come una ninfa e poi dormire come una splendida bambina dalle guance rosee come certe nuvole nel cielo azzurro colpito dal sole al tramonto.

Non sei mai cambiata da quando eri piccola, sei rimasta identica a quell’angioletto dagli occhietti indiavolati e dal nasino a patata all’insù. Dove guardavi sempre quando eri piccola? Guardavi gli angeli vero? Se tu fossi un diavolo io mi indiavolerei.

Te l’ho detto? La distanza che c’è tra i tuoi occhi ha qualcosa che rende magico il tuo sguardo. Non ero mai stato così incantato, ti guarderei per ore estasiato, potrei svenire, avere un mancamento. Saresti la mia Sindrome di Stendhal. Un mancamento in realtà c’è in continuazione, mi manchi nel mio mancamento. Fammi rinvenire, rinsavire.

Sto affogando tra le tue pupille. Quando tornerò a galla anch’io avrò bisogno di un esercizio di ripresa dei sensi, di tutti i sensi in ogni senso e direzione, indicami la strada, respirami in bocca, ho bisogno di ossigeno per risalire in alto come un palloncino.

Ti ho detto che mi sento stupido?

Come se tu fossi la sacra sindrome e tutto quello che avverto ne fossero i sintomi più intensi e pericolosi. Te l’ho detto che mi sento malato? Ma adesso basta porsi domande, adesso vorrei accoglierti io tra le mie braccia, prova a tuffarti, esse sono immense come il mare, non ti resta che nuotare in me. Provaci M. tuffati in me. Faresti un grosso Splash! e saresti di nuovo fresca come una rosa che galleggia in un laghetto in autunno. Tuffati almeno per una volta e come una bimba arrampicati sul mio petto dove ti riempirei di baci ardenti esattamente come braci al contrario del freddo che ti ho fatto avvertire per un attimo.

Hai mai camminato a piedi nudi sulla sabbia che scotta? Questa estate poni attenzione mia cara, potresti bruciarti sulla mia bocca e non staccarti più per almeno un altro anno della tua vita intera. (Come può esserci una vita a metà? Forse è a metà quando non si è in due?).

Tu poni attenzione, io mi pongo troppe domande. Poniamoci insieme su una posizione stabile, equilibrata, poniamoci in modo da non essere mai soli insieme.

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