Stiamo assistendo ad un fenomeno di vampirismo
- Andrea Trofino
- 19 apr 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Nessuno lo avrà pensato, ma questo virus si comporta esattamente come un vampiro: innanzitutto è anche un pipistrello, chiunque esso “morda” (e succede realmente) si trasforma anch’esso in un infetto e se questo infetto si avvicina ad un’altra persona contamina anche questa. Quindi il mito del vampiro non è solo quello di farlo risalire all’imperatore Vlad Tepesh che impalava i suoi nemici, ma più probabilmente è da far risalire ai primissimi studi che già c’erano sui virus già circa cento anni fa, dopo ci furono diverse epidemie, fra tutte quella della Spagnola nel 1918. La figura del pipistrello veniva già riconosciuta come elemento contaminante, era quello l’animale pericolosissimo che con un morso trasforma una persona in un contaminato e la persona morsa in un contaminante. C’è anche da sottolineare il fatto che anche dopo morto resta la capacità di infettare tutti gli altri che si avvicinano poiché il virus sopravvive alla stessa morte essendo un organismo che vive esattamente tra “vita e morte” esso stesso. Non è inquietante? Il vampirismo come modello di infestazione non è così dunque una forma di fantascienza di tipo gotico ma qualcosa che si avvicina molto di più alla realtà di quanto si possa immaginare.
Le cause della vampirizzazione (la nascita o creazioni di un nuovo vampiro) erano molte e varie nel folclore originario. Secondo la tradizione slava e cinese, qualsiasi cadavere che veniva scavalcato da un animale, particolarmente un cane o un gatto, aveva la possibilità di diventare un non morto. Anche i cadaveri che non venivano trattati con acqua in ebollizione erano considerati a rischio [perché il virus poteva sopravvivere]. Nel folclore russo si diceva che i vampiri fossero un tempo streghe o persone che si erano ribellati contro la Chiesa quando erano ancora in vita. Alcune pratiche popolari erano utilizzate per scongiurare il ritorno nel mondo dei vivi di un caro estinto in qualità di non morto [per impedire la contaminazione]. Era assai diffuso seppellire i morti a testa in giù e collocare oggetti terreni, come falci o falcetti, [ad indicare l’infezione] vicino alla tomba per soddisfare i demoni che tentavano di possedere il morto o per mitigare quest’ultimo e prevenire la sua risurrezione dalla tomba. Questo metodo assomiglia alla pratica greca di appoggiare un obolo [era sempre per indicare l’infezione, tramite la bocca] sulla bocca del defunto per pagare il dazio e poter attraversare il fiume Stige nell’oltretomba; è stata sostenuta la possibilità che in realtà la moneta servisse a scacciare spiriti maligni intenzionati ad entrare in possesso del corpo, e che questo possa avere influenzato il folclore sui vampiri. Questa tradizione persiste nel folclore greco del vrykolakas, in cui una croce di cera e un pezzo di porcellana con l’iscrizione “Gesù Cristo vince” erano posizionati sul corpo del defunto per prevenire che questi diventasse un vampiro. Identificazione del “contaminato” Erano utilizzati molti rituali per identificare un vampiro. Un metodo per trovare la tomba di un vampiro consisteva nel far cavalcare un ragazzo vergine [cioè non contaminato] su uno stallone vergine all’interno di un cimitero: il cavallo si sarebbe fermato sopra la tomba in questione. Generalmente era necessario un cavallo nero, ad eccezione dell’Albania dove doveva essere bianco [puro, non contaminato]. Inoltre, l’apparizione di buchi sul terreno sopra una tomba era considerato segno di vampirismo. Cadaveri creduti vampiri erano generalmente descritti come più sani del dovuto, gonfi ma con pochi o nessun segno di decomposizione. In alcuni casi, quando una tomba sospetta veniva aperta, i presenti descrivevano il cadavere con la faccia ricoperta del sangue di una sua vittima. La morte di bestiame, pecore, parenti o vicini di casa era la prova dell’attività di un vampiro nella zona [del virus nella zona!]. Alcuni vampiri folcloristici, inoltre, potevano testimoniare la propria presenza tramite attività simili a quelle dei poltergeist, come scagliando pietre sui tetti o muovendo piccoli oggetti, e provocando incubi a chi dormiva.
Questo testo è tratto da Wikipedia (i grassetti tra parentesi quadre sono miei) e fa riferimento al vampirismo come veniva visto fino a poco tempo fa, adesso con mia stessa grande sorpresa mi sembra di notare che i riferimenti ai vari metodi di “contenimento” di una piaga generata da un “vampiro” (che è anche il nome di un pipistrello realmente vivente) ci siano tutti e siano anche molto evidenti. Si parla di vampirismo forse già da molto prima del 1700 quindi potremmo dire che molti “già sapevano” (e non solo Bill Gates!), anche perché le epidemie erano molto ma molto più frequenti di oggi. Strano che nessuno abbia mai avuto l’intuito di collegare il vampirismo con la forma di contaminazione da virus tramite pipistrello esattamente come invece adesso sappiamo.



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