Stella era una tuffatrice
- Andrea Trofino
- 10 apr 2016
- Tempo di lettura: 2 min
Quando cammina per strada ci sono persone che la guardano, le finestre delle case si accendono e la gente si nasconde dietro di esse ogni volta che la vedono spostarsi.
Ma una volta cadde lungo quella strada giù, giù, in una botola profonda lungo quella strada, e sottoterra c’era il gocciolio del pulviscolo di tutto il cielo, era come se fosse affogata cadendo dalle nuvole, dalle nuvole su cui viveva, oltre l’arcobaleno.
Stordita come i suoi sogni in ogni suo giorno, sveglia come nelle sue notti in ogni suo incubo, sedata come ogni mattina all’orizzonte quando si leva, era una Stella caduta da lontano assieme alla pioggia della sera.
Adesso lei sta bene persa nel suo infinito mare blu, inarrivabile si è tuffata negli abissi più profondi, una Stella del cielo, una Stella di mare, un buco nero al cuore, adesso è andata via immergendosi in questa vertigine, quanto e come trema povera Stella, ha bisogno di calore.
Giace sul fondo dell’oceano travestita nel suo colore arancione, (dicono che sia il colore vero del Paradiso) ha le dita delle mani accarezzate da un serpente azzurro, è diventata intoccabile nel suo guscio di protezione verde. Stella sento che ti amo nel colore rosso al tramonto.
Stella non può più uscire stanotte, l’hanno incastrata, non può più splendere accanto alla luna, l’hanno ingabbiata, Stella è una nuotatrice che adesso è affogata e non torna più a galla oltre e verso il cielo.
Lei era il trampolino di lancio alla sera per i miei sogni, una tuffatrice esperta e sconsiderata, una cometa pronta a scagliarsi contro le acque per andare sempre più giù, sempre più giù, sprofondando negli abissi oscuri del cuore per essere ogni volta mia, per accendermi la notte.
C’è qualcosa di invisibile che non può più nascondere, ma posso scoprirlo solo quando lei dorme, mentre un’onda che la porta via le fa dire addio, mentre un’onda che la riporta sulla spiaggia le fa sussurrare al cielo ancora addio e addio.
Stella adesso giace sulla sabbia di una spiaggia, tra la schiuma di Venere e le conchiglie bianche, tra un nuovo sole splendente e le alghe verdi che l’avvolgono come farebbero le mie braccia.
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