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Star Trekking

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 18 giu 2012
  • Tempo di lettura: 1 min

Ho versato un po’ del mio sale in zucca nell’acqua mentre bolliva, ne è venuta fuori una minestra di pensieri ingenua che non ho saputo digerire. Con un rospo in gola, ho sputato poi fuori tutta la verità rimanendo con un buco allo stomaco pur non essendo stato colpito a freddo da nessuna pallottola già spuntata. Gelato, ho iniziato ad avere i sudori freddi, e sulla punta della lingua non mi restava che l’ultima parola, la verità che non veniva fuori, come se ormai arrivato alla frutta, mancasse solo il dessert del tartaro, del tartaro ai denti per l’eccessiva dolcezza dello zuccherino di cui mi accontento. Acqua in bocca, mi dissi, e bevvi un sorso dalla sorgente fresca della libertà là fuori. Zitto e mosca, in un caldo raggelante d’estate, a 33° gradi ovest in direzione Marocco, un viaggio di cozze, una luna di miele con tanto di punture d’api e siringhe di strafatti tossici sui marciapiedi su cui camminavo a tre centimetri sbattendo la testa contro i muri dei castelli in aria, costruiti prima di quelli di Berlino e dopo quelli di sabbia in agosto, d’estate sulla sabbia. T’amo. Scrissi t’amo Pio Bove, mi sembra, si confuse il bagnino gay che iniziò a inseguirmi lungo la riva. “Cul in alto!” disse un poliziotto, ma non mi fermai. Non mi arrestai, perlomeno, non mi arrestai da solo in galera con le manette dell’amore. Continuai a fuggire, oltre, là dove nessuno era mai giunto prima. Diario del Capitano: data astrale * * * * * *

 
 
 

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