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Sei troppo sensibile.

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 25 giu 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

A volte sei proprio come un pensiero che mi sta accanto e mi racconta tutte le cose che le mie orecchie vorrebbero sentire, non solo le mie orecchie, ma soprattutto sei quel pensiero che mi racconta quelle espressioni che vanno diritte al cuore e che nessuno che abbia mai conosciuto o avuto vicino ha mai avuto il coraggio o quella sensibilità necessaria per raccontare cose simili. Cosa sei tu che mi scompigli così tanto l’animo? Sei un brusio di fondo così piacevole e ne riesco a vedere la forma: un brusio ondulato e forte che si muove e fa stordire il silenzio. E’ come sentire i passi di un uomo forte che mi sta per prendere e cingermi all’improvviso mentre io non aspetto altro. Ti sento respirare dietro di me, io ho il collo leggermente inarcato, sento le tue mani che si avvicinano, il tuo respiro che si fa forte. Non posso fare a meno di voltarmi quando ti avverto. Ti avverto di non chiedermi baci, quelli non si possono chiedere si possono solo dare e io li voglio sempre. Ma domandarmi nulla, prendimi nel silenzio più assoluto. Ecco perché. Da quando mi conosci sei diventato troppo sensibile, quella tua sensibilità è dolce ma ti sta distruggendo, non ti rende più uomo, ti fa desiderare di meno. Quella tua sensibilità ti rende come un bambino capriccioso e non capisci… non capisci che io non ho bisogno che tu mi chieda le cose. Io sono già tua ma non te lo farò sapere mai, perché ho paura di dirtelo, una paura tremenda che dicendolo tu finisca per cedere e sfracellarti. Io voglio solo continuare a vederti volare, ma ancora più in altro. Ti prego, io ti chiedo solo questo, torna a volare più in alto. Sei un’aquila che può affrontare il mio sole che ho dentro. Volami dentro. Violami.

 
 
 

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