Recensione del romanzo Follia di Patrick McGrath
- Andrea Trofino
- 9 dic 2016
- Tempo di lettura: 2 min
Questo è uno dei thriller psicologici più profondi e macabri degli ultimi anni e che ha anche riscosso un successo internazionale che ha dato vita anche ad un’opera cinematografica ma che purtroppo non ha avuto affatto la stessa intensità e profondità del romanzo. In questo libro entriamo nel limbo e negli inferi della mente di due personaggi principali che vengono raccontati attraverso la freddissima analisi dello psichiatra che ne racconta gli avvenimenti dall’inizio fino al macabro finale dove troviamo nelle sue ultime righe forse la vera follia di tutto il libro. Scritto magistralmente dallo scrittore inglese Patrick McGrath questo libro ci porta essenzialmente alla scoperta e alla descrizione dello sviluppo di un amore ossessivo e auto-distruttivo da parte di Stella, la protagonista, che pur di sfuggire dall’avversione che ha verso il marito (un odio molto celato ma presente) si innamora di un artista uxoricida molto violento ma carico di fascino che incontra in un manicomio criminale: Edgar Stark. Con quest’uomo Stella avrà una relazione amorosa basata essenzialmente sugli istinti primari della carne, fatta essenzialmente di sesso con dei retroscena ai limiti della morbosità che saranno magistralmente analizzati dallo psichiatra che ha in cura Stella. Ma a chi appartiene la vera follia in tutto questo romanzo? Vedremo la protagonista completamente persa ed avvolta nel suo mondo interiore alla ricerca disperata di un amore fondamentalmente illusorio e inesistente se non dentro di lei che la porterà a compiere un atto oltremodo peggiore di quello del semplice tradimento. Ma alla fine Stella tradirà anche l’amore per la personalità e l’ego abnorme di Edgar Stark e successivamente ancora vedremo come prima di ogni altra persona presente nel libro tradirà essenzialmente se stessa attraverso un atto tragico. Giungeremo così attraverso labirinti di macabre ossessioni ad un epilogo finale in cui non ci potrà essere nessun punto di ritorno per ogni protagonista incontrato lungo la lettura del libro e soprattutto per lei che vedremo tornare nel luogo da dove forse era venuta e da dove forse aveva preso il nome e cioè nel buio più profondo e oscuro della notte. Ma tutto il romanzo ci lascia un interrogativo fondamentale: tutta questa “follia” è davvero all’interno della mente di Stella e di Edgar, oppure è altrove e cioè nella mente di chi gestisce tutte le marionette del circo? Lo psichiatra che narra la storia è davvero un medico sano, responsabile e completamente adattato al mondo oppure anche lui nasconde qualcosa? Cosa si cela in quelle sue ultime righe macabre e oscure che chiudono il libro? Finito di leggerlo non potrete non porvi domande e restare affascinati dai labirinti che la mente di ogni uomo e donna può nascondere e celare al mondo della luce.
di Andrea G. Trofino
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