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Quando vedrai il tuo destino venirti incontro sbanderai

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 19 set 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

In questo covo di salamandre dove non cade mai la pioggia, mi sento soffocare. Ho il sudore sulla fronte, il cuore che batte chiodi nel petto, gli occhi fissi al muro. Una prigione di cemento mi impedisce di respirare, sono dimagrito 13 chili in sette giorni e non posso neanche darvi la mia dieta altrimenti finireste morti anche voi.

Oggi a 45 anni la mia vita è finita. Mi assale la paura ogni ora nel ciclo delle ventiquattro ore della giornata, ogni minuto, ogni secondo, ogni fottuto istante. Sento salire la serpe infetta sulla pelle nuda mentre dormo solo e svestito, vuole mordermi ogni notte, vuole portarmi definitivamente altrove. E’ il panico. Questo è il deserto con dei mattoni lasciati per caso. Questo è l’inferno di fuoco dove continuo a sudare pregando di morire. Ma l’istinto non vuole. E’ quando non riesci a lasciarti andare in una direzione o l’altra che soffri. E’ quando non accetti di aver fallito che soffri, è quando non accetti di essere definitivamente ucciso che soffri. Devi decidere: questo è il segreto per non soffrire più. Ad ogni bivio decidi. Così sarai salvo. Io questo oggi ti dico.

“Tu chi?”

“La tua coscienza”.

***

Sono salito sul dirupo e guardo l’abisso, di contro, non vedo nessun occhio o sguardo partire da quel profondo abisso per contraccambiare. E’ in quel momento che vedo il mio vero scopo e il mio destino. Lanciandomi nell’abisso senza che nessuno potesse salvarmi ho trovato il mio destino e scopo ed ho salvato me stesso. Adesso da eroe vado via da questa landa desolata e vado a vivere il mio unico futuro possibile nella città del mio destino. La città si chiama Destinopoli. E’ là dove tutti coloro che sono riusciti a scappare da un fato funesto si incontrano per pregare l’avvenuta creazione delle versione migliore di se stessi. In Destinopoli non esiste né il passato e né il futuro: si è vivi solo nel presente. Così deve essere la vita di ognuno di noi qui sul mondo. 

***

La gente non si ribellerà. Non alzeranno lo sguardo dallo schermo abbastanza a lungo da notare  ciò che accade nel mondo reale. (Orwell, 1984)

Quelli che restano non sono stati capaci di alzare lo sguardo per muoversi e guardare dentro l’abisso sotto la loro finestra di casa. Sono rimasti incastrati nelle loro sedie davanti a dei monitor che trasmettono luci e ombre. Sono rimasti nelle loro stanze come gli uomini che vivevano nella caverna di Platone. Hanno preferito restare a guardare i giochi di ombre e luce senza affacciarsi fuori dalla caverna per vedere cosa realmente li producesse. La storia si ripete. Adesso quei giochi di luci e ombre sono nelle vostre stanze, in the “living” room, e non riuscite ad affacciarvi, ad uscire dalla caverna. Le vostre stanze sono le trappole dell’ignoranza che vi tengono nella loro morsa.  ​Avete paura di conoscere la verità.  Crediamo nella bugia fino a quando non diventa la verità stessa. Le persone deboli non vogliono la verità, vogliono restare nella loro stanza comoda a non far niente, perché scoprire la verità è doloroso all’inizio. E’ come la luce del sole dritta negli occhi e troppo forte all’improvviso che viene dalla finestra. Gli occhi all’inizio fanno male ma poi piano piano ci si abitua.  ​Ci sono quattro tipi di persone:​ ​1) Quelli che vogliono stare comodi 2) Quelli che vogliono essere giusti 3) Quelli che vogliono piacere a tutti 4) Quelli che vogliono vincere

Un uomo forte sa che dovrà combattere con orrende verità se vorrà vincere. Così sono sceso nell’abisso. Ma la storia è ancora lunga.

 
 
 

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