Per una manciata di secondi
- Andrea Trofino
- 2 lug 2012
- Tempo di lettura: 2 min
In una manciata di secondi. Cosa resta di una mancia? Cosa ci resta di un po’ di resto o di un po’ di riposo, dopo una lunga ristorazione in un letto di ristorante con un magone in gola mentre insieme viaggiamo altrove per nuovi incontri. Dunque in questo vagone, si percepiva un vago sentire; il treno sui binari che mi portava al mare. Cosa resta poi del giorno, quando si spende il tempo? Cosa resta del sole, quando si spegne la luce? Cosa resta di te quando vai via, cosa resta in me? Le tue ombre, il tuo profilo che delinea sul mio volto scuro, i miei occhi dentro i tuoi che dichiarano sconfitta come in una battaglia navale, ecco che ci affogano dentro. Hai vinto. E mi sono sentito bistrattato. Trattato due volte alla stessa maniera, nella stessa modalità di pochi spiccioli lanciati sul vassoio di un cameriere. 40 euro e uno scontrino. Ma quale scontrino. Il nostro è stato proprio un grande incontro anche se durato poco. E ancora per poco potrò farti vedere le stelle se riuscirò a tirarti riflessi di luna sulla tua testolina bionda da dove scenderanno alieni i tuoi capelli di fata. Sto divagando? Sto cercando solo di nuotare per raggiungere il suolo del tuo pianeta, adesso che sei ancora distante dovrò pur trovare un modo per attraccare e riuscire a fare colpo, un colpo alla banca dove custodisci il cuore. Ho detto cuore? Là dove custodisci i tuoi tesori, lì nel letto quando ti spogli delle tue spoglie, quando ti sfogli, ti togli le ragnatele e le foglie d’autunno e brilli come la sabbia sotto il sole d’estate. Sembri irraggiungibile come una chiamata al tuo cellulare. “Ti amo” al cellulare, ma il cellulare è irraggiungibile. Non chiamarla amicizia, sono incontri del destino. Forse è un illusione che non possa avere una storia con te ed anche una geografia della tua pelle, una matematica delle emozioni e una biologia dei tuoi baci. Ripassiamoci insieme, diamoci questa possibilità di promuoverci al primo anno di affinità di coppia elettiva. Al primo anno in cui forse potremmo vivere insieme, morendo di scopate e morendo disperati. Ascoltami. No, non farlo. Resta un attimo ancora irraggiungibile e quando ci saremo di nuovo incontrati resta per sempre qui con me a riposare. Tutto il resto del mondo per me sarà una mancia perché tu sarai il mio tesoro. Sono riuscito a rubarti un bacio? Ti ruberò intera.
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