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Nato sotto il segno del Pesce d’Aprile

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 7 apr 2013
  • Tempo di lettura: 2 min

(E non essere per forza uno scherzo della natura. )

Il primo pesce d’Aprile è di carta e non ci scivola nessuno. E’ necessario trasformarlo in una buccia di banana in modo ché ci caschino in molti di più, non è un caso che il casco di banane debba sempre essere indossato, prima di scivolare su una buccia di banane. Banale dirvi che non esistono bucce di banale ma sul banale si può sempre scivolare. Mai cadere sul banale. Anni fa vi avrei consigliato di cadere sulla Barale magari dai vostri stessi castelli in aria, ultimamente ho preferito iniziare a sparare con un cannone ad aria compressa per creare nuvole e nebbie su quei castelli in aria che mi ero creato anni fa. Voglio andare a vivere sul sole. Bruciarmi come hanno fatto varie gioventù, arrostirmi come hanno fatto vari polli, prendermi una cotta come hanno fatto vari innamorati. Eppure continuo imperterrito a suonare come un single e a non riuscire mai a formare un intero album. Ogni canzone un bambino, ogni refrain un bacio, ogni doppia nota un accoppiamento sessuale per riprodurmi anche su CD e vinili. Ma il pesce d’Aprile è un’anguilla che non prende nessuno, dimenticato, viene ormai ricordato come antica usanza di cui se ne può fare anche senza. L’e-senza dei giorni nostri e cioè quella di togliere, togliere, tagliare il superfluo, levigare, limare e pagare magari con la coca piuttosto che con moneta contante (ma la carta canta) il muratore che ti ha costruito il primo castello in aria. Esploderà tutto, forse già lo sta facendo. Esplode tutto in aria. Schizzi di pioggia sono previsti per oggi, nuvole ferite volano basse.

 
 
 

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