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Mercurio

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 4 ago 2010
  • Tempo di lettura: 1 min

Mercurio. La mia è pelle è come il mercurio. Resiste ai proiettili d’argento e a quelli di legno.

Mercurio. La mia corazza è come il mercurio liquido. Sale la temperatura e la febbre quando ti incontro e più sei vicina e più rischio di scompormi in mille piccole sfere che rotolano dappertutto. Lungo la tua schiena. La mia bocca è come mercurio. Argento. Ho l’argento vivo addosso ed ho buttato via la vecchia pelle morta. Adesso risplendo e rifletto come uno specchio d’acqua in un bosco leggermente ingrigito. Rifletto me stesso come uno specchio. Sono argento.

Porpora. Tu sei il rosa, colore che s’abbina al mio grigio splendore. Io forte come un marmo e un marmocchio, tu bella come una santa e maledetta come un malocchio.

Oro. Quando cala la notte noi due insieme siamo oro che cola, come il sole che cala. Ci caliamo su di noi lungo le lenzuola di vivida pelle. E diventa platino la mia bocca sulla tua.

Siamo due gioielli. Chissà quanto ci pagherebbero. Non abbiamo più nessun valore, adesso siamo ai saldi, li scontiamo con le carezze.

Scontiamo la nostra e le nostre pene. In qualche modo valiamo, valiamo qualcosa. A volte siamo carta straccia, soldi buttati. Ma tutti ci vorrebbero vedere raccolti, abbracciati, stesi insieme ad asciugare. Abiti sgualciti, luccicanti al sole del mattino. Domani.

Sei il mio fior di quattrino.

 
 
 

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