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Maschi attraenti e non: Alfa, Beta e bravi ragazzi

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 9 dic 2015
  • Tempo di lettura: 8 min



Tra i maschi è diffusa la convinzione che alle donne piacciano gli uomini “cattivi” (stronzi, bastardi, egoisti…). In realtà è un grosso equivoco: quello che attrae le donne sono le caratteristiche da “maschio dominante”; l’essere stronzi o egoisti sono – eventualmente -conseguenze di quel carattere, non la causa dell’attrazione.

Il maschio Alfa

Il motivo per cui alle donne piacciono i “cattivi ragazzi” è ormai noto in psicologia. In realtà i motivi possono essere diversi, ma la spiegazione più diffusa è quella fornita dalla psicologia evoluzionistica. In natura, le femmine sono “geneticamente programmate” per desiderare i maschi dominanti, quelli che tra i mammiferi sociali sono i capobranco. Di solito è il maschio più grosso, forte ed aggressivo. Questi esemplari sono definiti “maschi Alfa”, e questo termine è usato anche per definire gli uomini che presentano simili caratteristiche, sia nel fisico che nel comportamento. Perché le femmine ne sono attratte? Perché il maschio Alfa è quello che meglio soddisfa il bisogno evoluzionistico delle femmine, di un maschio che presenti ottimi geni e le migliori possibilità di nutrire e proteggere i cuccioli. In pratica, accoppiarsi col maschio Alfa è la migliore “assicurazione” per la propagazione dei propri geni. Questo istinto naturale è ancora vivo e presente anche in noi umani; anche se di rado ne siamo consapevoli.

Il comportamento degli animali Alfa è – appunto – dominante, aggressivo, di sfida, di superiorità, sicuro di sé. Gli uomini Alfa presentano le stesse caratteristiche: sono fortemente virili, egocentrici, sessualmente esuberanti, vitali e prepotenti, persino un po’ violenti. Hanno generalmente un livello elevato di testosterone (il che spiega la virilità, l’aggressività, la libido, superiori alla norma). Tra gli esseri umani, chi si comporta in quel modo tende ad essere “bastardo”, stronzo o menefreghista, sia perché se ne frega delle opinioni altrui, sia perché se lo può permettere (sa di essere desiderato), sia perché l’elevato testosterone induce comportamenti aggressivi ed egocentrici. In conclusione, quello che attrae le donne sono i tratti da maschio Alfa, non l’essere “bastardo”: quest’ultimo è solo un “sottoprodotto” di quel tipo di personalità. L’errore che fanno molti è pensare che sia l’essere bastardo ad attrarre. Ma non è così. E’ come pensare che un’auto sportiva va veloce perché ha lo spoiler; è piuttosto vero il contrario, ha lo spoiler perché va veloce.

Il ritratto dell’Alfa

Se osserviamo bene gli uomini che – generalmente – le donne ritengono attraenti, noteremo che presentano una serie di caratteristiche:

Sicurezza di sè

Disinvoltura

Autoaffermazione

Indifferenza alle opinioni altrui

Attitudine al rischio

Impulsività

Tendenza aggressiva

Sessualmente disinibito e promiscuo

Certe caratteristiche fisiche fortemente mascoline (muscolatura, spalle larghe, torace “a V”, mascella squadrata, voce profonda, ecc.)

Sono tutti tratti da maschio Alfa, dominante, e sono questi che istintivamente attraggono le femmine, che spesso non sanno nemmeno loro spiegare il motivo. In realtà il motivo è inconscio ed origina dalla parte più antica del cervello, quella presente anche negli animali, il “cervello rettile”. Da notare che queste caratteristiche appartengono anche ai capi, ai leader, agli imprenditori di successo e, in generale, ai “vincenti”. Tra gli esseri umani come in natura, quel tipo di individuo tende ad affermarsi e ad arrivare “in cima” (non c’è da stupirsi che risulti affascinante).

Una volta capito questo, diventa evidente che, se in aggiunta alla lista di caratteristiche sopra elencate, un uomo è anche bastardo o meno, non cambia nulla… non è quello il punto. Un uomo come George Clooney ha molti di quegli elementi, non si comporta da bastardo, e piace alla grande. Il punto non è nemmeno essere dolce o gentile. Un uomo che ha tutti gli elementi da Alfa, ed è pure gentile, attrae allo stesso modo (magari anche di più).

Se alle donne il maschio Alfa piace così tanto, ci si potrebbe chiedere, come mai poi le donne si lamentano spesso di questi uomini? (perché sono egoisti, inaffidabili, poco disponibili, promiscui, ecc.) Il fatto è che l’attrazione non ha nulla a che fare con l’intesa o la compatibilità tra le personalità; la sua funzione è puramente evolutiva.


Alfa e Beta

La polarità attraente/non attraente non si gioca sull’asse bastardo/gentile, ma sull’essere unmaschio Alfa o Beta. Il “Beta” è tipicamente una persona remissiva, passiva, insicura, timida, timorosa, sessualmente inibita, ecc.: sono tutti tratti non attraenti per le donne. In altre parole, il tipo Beta è assai poco mascolino, mentre il tipo Alfa è molto mascolino e virile; e le donne sono generalmente attratte dalla mascolinità. Inoltre, spesso il Beta esprime bisogno e disperazione verso le donne, le osserva con sguardo impaurito e impacciato, affamato e dipendente: questo non è per nulla attraente, perché comunica scarso valore (se so di valere, sono sicuro di me; se penso di non valere, ho sempre paura). Tipicamente i Beta fanno i “bravi ragazzi”, dolci e gentili, e pensano che sia quello a renderli non attraenti. Ma in realtà sono i tratti da Beta (e l’assenza di quelli Alfa) che contano.

Generalmente, e specialmente in gioventù, questo tipo di uomini si sente dire spesso la fatidica frase: “Ti apprezzo perché sei un buon amico” (oppure “Per me sei solo un amico”). Magari detto dalla donna di cui sono innamorati. Non di rado, la stessa donna confida a quell’amico le sue “pene d’amore” con un maschio Alfa, con cui fa sesso ma che non ricambia l’interesse di lei. Sono quelle classiche situazioni in cui c’è Alberto che ama Barbara, ma Barbara vuole invece Carlo, che però non è interessato a lei (magari perché ne ha a disposizione altre dodici). In situazioni come queste, è facile ingannarsi e credere che a vincere sia il maschio più spietato, oppure che “In amore vince chi fugge”: ma queste non sono le vere ragioni, sono solo ciò che appare in superficie.

L’attrazione, l’innamoramento e l’amore sono dinamiche complesse, che hanno basi in gran parte inconsce; solo scoprendo i “meccanismi nascosti” dell’attrazione e di come scegliamo i partner, possiamo capire davvero le ragioni del nostro (e altrui) comportamento.


La sindrome del “bravo ragazzo”

Uno dei meccanismi che maggiormente portano un uomo a risultare poco attraente e ad avere scarso (o nullo) successo col sesso opposto (e non solo), è proprio il comportamento da “bravo ragazzo”. Questo fenomeno è talmente diffuso da essere stato descritto dallo psicologo americano Robert Glover nel libro “No More Mr. Nice Guy” (“Smetti di fare il Bravo Ragazzo”).

L’autore ha osservato una gran quantità di casi di “sindrome del bravo ragazzo” tra i suoi pazienti, nonché in lui stesso. Ritiene che questa sindrome si sia molto diffusa in Occidente negli ultimi 60 anni, e sia all’origine di molte frustrazioni degli uomini moderni (nell’approccio con le donne, nelle relazioni, sulla sessualità, sul lavoro, ecc). Dall’introduzione:

I bravi ragazzi cercano di ricevere approvazione e fare ciò che è “giusto”. Sono più felici quando stanno facendo felici gli altri. I bravi ragazzi evitano i conflitti come la peste e fanno di tutto per evitare di irritare chiunque. I bravi ragazzi sono particolarmente attenti a compiacere le donne e ad apparire diversi dagli altri uomini. In poche parole, i bravi ragazzi credono che se saranno buoni, generosi e attenti agli altri, in cambio saranno felici, amati ed appagati.

Le esperienze dell’infanzia del “bravo ragazzo” l’hanno convinto che, se farà di tutto per rendere felici gli altri (e specialmente le donne), trascurando se stesso, gli altri poi lo ameranno e gli daranno quello che desidera. Peccato che non funzioni, e specialmente con le donne non funzioni affatto. Queste convinzioni operano a livello inconscio, creano aspettative inespresse, e finiscono col generare relazioni fallimentari.

Inoltre, il “bravo ragazzo” non è mai autentico, sia per il bisogno di compiacere gli altri, che per la paura di conflitti e di perdere l’approvazione. In pratica, è disonesto, manipolativo, e cerca di controllare gli altri (seppure inconsciamente). Le persone lo percepiscono, e risulta quindi una persona che non ispira fiducia o apertura. Infine, tende ad essere passivo-aggressivo e pieno di rabbia. Dietro la “maschera” di affabilità, gentilezza e disponibilità, cova una grande frustrazione e risentimento (poiché si fa in quattro per gli altri, ma non ottiene comunque quello che voleva).

Possiamo notare che, per molti versi, la figura del “bravo ragazzo” assomiglia al “maschio Beta”citato prima. Non solo il “bravo ragazzo” manca di tutte le caratteristiche di un Alfa, ma ne è addirittura l’opposto: nella lista sottostante, ogni tratto risulta l’antitesi del comportamento Alfa.

Caratteristiche dei “bravi ragazzi”

Cercano sempre l’approvazione altrui.

Cercano in ogni modo di evitare i conflitti.

Credono di dover nascondere i loro difetti ed errori.

Mettono i bisogni e desideri altrui prima dei loro.

Reprimono i loro veri sentimenti ed emozioni.

Sacrificano il loro potere personale e spesso adottano il ruolo di “vittima”.

Tendono ad essere separati dagli altri uomini e dalla propria energia maschile.

Spesso cercano di essere diversi dai loro padri.

Creano relazioni insoddisfacenti.

Non riescono ad ottenere il sesso che vorrebbero.

Spesso non riescono ad esprimere appieno il loro potenziale.

Dal “bravo ragazzo” al maschio integro

Uscire dalla “sindrome del bravo ragazzo” e diventare una persona integra, è un percorso complesso che non può essere sintetizzato qui. Consiglio, per chi sia interessato, la lettura del libro del dott. Glover. Riporto dal libro una lista di tratti propri del maschio integro:

Ha un forte senso del Sé. Si piace così com’è.

Si assume la responsabilità di soddisfare i suoi bisogni.

E’ a suo agio con la sua mascolinità e la sua sessualità.

Ha integrità. Fa quello che è giusto, non ciò che gli conviene.

E’ un leader. E’ disposto a proteggere e occuparsi di coloro a cui tiene.

E’ chiaro, diretto, ed esprime i suoi sentimenti.

Sa come porre dei limiti e non ha paura di affrontare il conflitto.

N.B.: Quando parlo di “bravo ragazzo”, intendo una cosa diversa da una “brava persona”. Quest’ultima è qualcuno che opera in modo corretto, etico e responsabile, ma rispettando se stesso e le proprie esigenze. Il “bravo ragazzo”, invece, è “bravo” solo in apparenza: essendo in realtà una persona manipolativa, insincera e che “recita” la parte del buono per ottenere qualcosa.

Esistono anche le “brave ragazze”

Nel libro citato sopra, l’autore si è focalizzato sui maschi, ma ritengo che la sindrome (e buona parte del libro) può valere sia per uomini che per donne. In fondo, una gran parte di noi vengono educati a “fare i bravi” e imparano presto che, se non lo fanno, ne patiscono le conseguenze. Senza contare che, storicamente, le donne sono state addestrate per secoli a “fare le brave” (e guai altrimenti); quindi, quando l’autore parla dei condizionamenti che gli uomini hanno subìto negli ultimi 50 anni, una lettrice può pensare ai condizionamenti subìti dalle donne negli ultimi 2500 anni.

L’evoluzione da Beta ad Alfa

A questo punto molti si chiederanno “Come smettere di essere un Beta? Come diventare Alfa?”. Purtroppo non è un cambiamento che si ottiene per puro sforzo di volontà. Alcuni fingono comportamenti Alfa, ma questo porta risultati dubbi, e comunque solo di breve durata (si sa, le bugie hanno le gambe corte). Può essere comunque utile prendere certi comportamenti Alfa come modello, per coltivare simili qualità in se stessi (p.es., dare poca importanza ai giudizi altrui, esprimere apertamente la propria sessualità, osare di più). Poiché questi comportamenti sono collegati alla nostra natura profonda, i risultati migliori si ottengono con la propria evoluzione personale, e questo richiede impegno e tempo. Un ottimo libro che illustra quel tipo di percorso (oltre a fornire un’ampia serie di consigli sull’approcciare le donne e diventare un uomo attraente), è “Models: Attract Women Through Honesty” (“Modelli: attrarre le donne essendo autentici”) di Mark Manson (in inglese).

In pratica, il comportamento non attraente ha le sue radici nella paura, nella debolezza, nella passività, nella finzione. Per uscirne, bisogna coltivare in sé qualità opposte, quali il coraggio, la forza, l’agire determinato, l’autenticità. Sono, non a caso, qualità che hanno sempre contraddistinto la mascolinità luminosa. In altre parole, si tratta di evolvere da “mezzo uomo” a “uomo completo”, integro. E’ un potenziale che è in tutti noi, quindi tutti possiamo arrivarci – se siamo disposti a pagarne il prezzo.

Non solo Alfa

Per finire, voglio chiarire due cose:

In questo post parlo di Alfa e Beta come categorie opposte, per semplificare, ma le persone reali non sono in “bianco e nero”, in un modo oppure nell’altro: ognuno di noi ha alcuni tratti (più o meno marcati) dell’una e/o dell’altra modalità.

Parlando dell’attrattività degli Alfa, non intendo affatto dire che solo loro possono attrarre o avere relazioni appaganti (anzi, spesso hanno vite amorose tormentate).

Se è vero che le qualità Alfa sono generalmente apprezzate e suscitano attrazione (ma non vale per tutte le donne), è anche vero che ci sono molte altre qualità che provocano interesse nel sesso opposto: fattori come il carisma, i talenti, un sorriso radioso o la nobiltà d’animo, possono attrarre la persona che sa apprezzarli.

Mai pensare che le donne siano tutte uguali o che cerchino tutte le stesse cose: il punto di partenza per conquistare una donna, sta proprio nel capire la sua unicità e cosa cerca in particolare (e poi, ovviamente, riuscire ad offrirglielo). La chiave nell’avere successo, nelle relazioni come in altri campi, sta nell’essere una persona di qualità; quindi se non siete Alfa o non vi interessa esserlo (e non c’è nulla di male), dedicatevi a sviluppare le vostre qualità e a diventare una persona fantastica: sarà ancora meglio che essere un Alfa.

 
 
 

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