Malefici
- Andrea Trofino
- 8 nov 2015
- Tempo di lettura: 3 min
Perché tutto questo fottuto dolore, tutta questa passione per le donne, per una in particolare che mi ha detto addio. Una? Due? Tre? Un milione di donne mi hanno detto addio, alcune anche prima di conoscermi. E’ sempre così lacerante quando una donna a cui tieni davvero ti dice addio. L’ultima di cui mi ero innamorato la vedevo ovunque: se alzavo gli occhi al cielo vedevo il suo viso, se incontravo una donna che vagamente aveva i suoi lineamenti vedevo lei e avevo un sobbalzo, se sentivo una voce era lei, se pensavo ad una figlia era lei, se pensavo alla mia donna con cui avrei avuto dei bimbi era lei, se pensavo a mia madre era lei, se pensavo agli angeli, agli arcangeli e al Paradiso pensavo a lei. Sono circondato ancora da lei. Lei è Ovunque e non mi lascia scappare neanche dopo che a tutti i costi mi sono sforzato per farmi dire “Addio.” Sì, perché mi sono sforzato a volermi fare abbandonare a tutti i costi. Forse per un trauma che ho avuto da bambino quando mia madre caduta in depressione mi respingeva via urlandomi contro. Ero solo un bambino e non capivo. Un medico mi ha detto che i bambini non devono capire: devono piangere. Io invece volevo già capire. Ma non ci ho mai capito nulla. Oggi quello stesso medico mi dice che ho la sindrome dell’abbandono e allora quando mi innamoro davvero per paura di essere lasciato faccio di tutto per farmi lasciare prima io: ma devo essere davvero innamorato. Così mi ha detto “Addio.”. E non faccio altro che pensare a lei adesso. Un’entità virtuale. Un fantasma. Mi sono innamorato di un fantasma. Ma non potevo non adorare il suo “Buongiorno tesoro” al mattino e la sua “Buonanotte tesoro” alla notte. Cosa volevano dire? Volevano dire che una ragazza di cui ero innamorato ogni volta che si svegliava pensava solo ed esclusivamente a me e mi scriveva e che ogni volta prima di perdersi nei sogni e negli incubi notturni pensava di nuovo a me. Non è dolcissimo? Esattamente come farebbe una madre. Ma per me è qualunque cosa. Dopo quell’addio ho insistito per un mese cercando di riaverla indietro, cercando di nuovo di farla pensare a me. Ho insistito gentilmente fino a quando stamattina mi ha scritto di nuovo “Buongiorno anche a te….”. Sono quei puntini di sospensione che mi fanno venire i brividi. E adesso? Le donne mi hanno fatto conoscere il frutto acerbo del Bene e del Male. Ho scoperto che si trattava di un ribes. La verità è che mi dovrei ri-educare (da exducere: tirare fuori, spezzare) perché ho introiettato troppo il mondo dentro di me. Sto cercando di farlo, voglio amare con tutto l’amore possibile fino a stare male anche chi vorrebbe uccidermi. I problemi degli altri, non dormo più neanche per i problemi che hanno gli altri, li faccio miei e sembrano i miei e li voglio risolvere. Ma non sono quel personaggio di Pulp Fiction. Il fatto è che a volte le emozioni diventano così intense che mi schizzano da tutti i pori senza che riesca più a trattenerle. Sento troppo il mondo? O lo sento male. Sono finito in una spirale Arancione-Verde-Gialla e il Turchese che viene dopo non mi sta troppo simpatico. Sono un miasma e creo anche malefici.
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