Lo spalatore di neve zoppo
- Andrea Trofino
- 7 gen 2019
- Tempo di lettura: 2 min
l’ho visto affacciandomi alla finestra. In una mattina di un freddissimo e innevato gennaio dove i comignoli sbuffavano nuvole grigie che affannosamente salivano al cielo. Lungo la strada che esce da sotto il mio portone si affannava con un’enorme pala appesa alla spalla con un braccio, dondolandosi ad un lato quasi come un ubriaco, in quella sua tenuta arancione e gli scarponi vecchi e logori. Dondolava come un animale ferito ma allo stesso tempo pronto ad aggredire verso i cumuli enormi di neve dove cani randagi e imbastarditi cercavano affannosamente con le zampe qualcosa da cui cavarci fuori come se in quei cumuli ci fossero nascosti chissà quali tesori. O pezzi di carne. Carne cruda. Carne umana sanguinante, nascosta dalla miseria, dagli uomini che non ce l’hanno fatta, da quelli che non sono riusciti a sopravvivere e da quelli che non sono riusciti a scappare. Mi è parso infatti di intravedere qualcosa di color vermiglio gocciolare da quei cumuli, può darsi che sia stata un’allucinazione o un effetto della neve sul vetro della finestra.
Ciondolante l’uomo zoppo ma veloce cercava in ogni dove gente che potesse aiutare con le sue enormi braccia a spalare un po’ di neve da terrazze e balconi per un tozzo di pane e qualche buona bottiglia di vino forte. Ciondolante si arrampicava con i suoi stivali logori lungo quella collina di case sperdute e infette dalla miseria che aveva colpito il paese. Con la sua barba grigia, quasi bianca, un Babbo Natale sprovveduto cercava qualcuno che gli regalasse un po’ di calore per il suo aiuto.
Guardando quelle case, si osservavano solo finestre spente e nessuno mai che si affacciasse al guscio della porta.
La gente che era rimasta era morta molti anni prima degli altri, che più svegli, fuggirono prima che la condanna della piaga contagiasse del tutto ogni angolo di quel paese marcio e maledetto.
Lassù, su quella collina i cani continuavano a cercare nei cumuli di nevi. Erano rabbiosi e incattiviti. Le loro zanne gialle erano avide come quelle di un’animale lasciato scappare via dall’inferno.
Questa era la situazione fino al 7 gennaio 2019. Rifugiatomi in casa non potevo far altro che osservare gli eventi e prenderne nota.
Dimitrius A.
Comments