La straniera
- Andrea Trofino
- 8 gen 2019
- Tempo di lettura: 1 min
Una donna scura, magra, snella, con i capelli lisci e scuri come gli occhi, non completamente neri, di un castano profondo e piccoli non enormi, non in grado cioè di osservare con pienezza il panorama degli spiriti e dei corpi che si potevano presentare durante la giornata e forse una certa incapacità di stabilire un ordine e un controllo nella propria vita, ma direi di più, un controllo sui propri pensieri disordinati, un certo caos interiore che cercava di riordinare attraverso il suo lavoro di badante ordinaria. L’ansia le si manifestava tutti giorni come una forma di nervosismo e di fretta. Direi esclusivamente una forma di stress che cerca anch’esso di tenere a freno, come se, nonostante tutto volesse partire a tutti i costi, in quarta, attraverso una strada dritta per scappare via da qualcosa o peggio da qualcuno. E’ questa che è stata la mia impressione. Una vita ormai dedicata completamente, credo, più alla propria giovane figlia che al proprio più vecchio marito. Questa è un’altra storia.
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