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La spiritualità in crisi

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 29 giu 2018
  • Tempo di lettura: 1 min

La nostra crisi non è più materiale; è esistenziale, spirituale. Abbiamo così tanta roba e così tante opportunità che non sappiamo più a cosa dare veramente importanza. Poiché possiamo vedere o conoscere una quantità infinita di cose, c’è anche un numero infinito di modi in cui possiamo scoprire che siamo inadeguati, che non siamo abbastanza bravi, che le cose non sono fantastiche come potrebbero essere. E questo ci strazia ulteriormente.

Perché è questo il problema di tutte le stronzate sul “Come Essere Felici” con otto milioni di condivisioni su Facebook degli ultimi anni. Quello che nessuno capisce di tutta questa storia è che desiderare un’esperienza più positiva è di per sé un’esperienza negativa. E, paradossalmente, accettare la propria esperienza negativa è di per sé un’esperienza positiva.

Desiderare un’esperienza positiva è un’esperienza negativa; accettare l’esperienza negativa è un’esperienza positiva.

E’ questo che intendeva il filosofo Alan Watts con il nome di “Legge dell’inversione”. L’idea che più ti sforzi di stare continuamente bene, meno sarai soddisfatto, come se inseguire qualcosa non facesse che rinforzare la consapevolezza della sua mancanza.

Quanto più desideri un’illuminazione spirituale, tanto più egocentrico e superficiale diventerai nel tentativo di raggiungerla.

 
 
 

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