Io sono il tuo coltello
- Andrea Trofino
- 31 mag 2016
- Tempo di lettura: 1 min
Sono io il tuo coltello ardente
Che penetra all’interno di te
Dentro la tua ferita d’amata cerbiatta
Nutrivo l’idea che il sangue io stessi perdendo
Ma entrambi eravamo segni dell’identico colpo
Inferto dalla lama del destino scesa dal cielo
Sei tu la mia apertura e il vuoto da riempire
Con me che mi insinuo piano nelle tue cavità
Carnose, bollenti, ovattate e voluttuose
Sei tu in cui mi perdo e in cui voglio perdermi
Tra infinite altalene che si muovono in alto e in basso
Sei la mia incudine ed io voglio batterti finché sei calda
Adesso che ti ho aperta, sento la rugiada che ti bagna
La assaporo colla punta della mia lingua come se fosse
Il miele che cade lento dal paradiso, la prendo a bocconi
M’immergo in quella splendida rosa che s’apre
E salgo su di te lentamente distesa come sei
Con i capelli lunghissimi come una criniera che
Ricadono all’indietro sulla tua eterna schiena bianca
Sono io che adesso dirigo te dentro di te
Come se fossimo alla guida di uno stesso corpo
Che si muove dondolando
Io sono il tuo coltello e riempio la tua ferita curandola
Sono il tuo cavaliere che caduto si è rialzato brandendo la spada
Mostrandola solo per te riflessa dalla luce che fuori
Pian piano si affioca mentre la tua voce sale
Coprendo ogni altro rumore distante.
(a M.)
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