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Incipit (Di chi è la colpa? di Alessandro Piperno)

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 19 nov 2021
  • Tempo di lettura: 1 min

E gli altri? Oh, gli altri erano lì per bellezza: come cactus nei film western. In quanto a me, da bravo animaletto incapace di concepire mondi alternativi alla gabbia in cui da sempre vive recluso, non avevo ragione di dubitare che l’universo si riducesse a questo: io, lui, lei e le vecchie care sbarre che rendevano inesorabile la detenzione e così struggenti i panorami. Ci pensò la scuola a minare l’integrità di quell’autarchia originaria: per quanto strano sembrasse, le vite dei miei compagni, persino i più insulsi, brulicavano di nonni, fratelli, romantiche cuginette. Fu così che iniziai a diffidare dei vantaggi dell’autosufficienza, e a pormi in proposito parecchie domande impertinenti: tipo, che ne era stato di tutti quanti? Che diavolo di fine avevano fatto? Da come la mettevano i miei – o meglio, da come perlopiù evitavano di metterla – la nostra schiatta poteva essersi estinta da milioni di anni. Il che se non altro spiegava perché mio padre maneggiasse i ricordi d’infanzia con la circospezione che i paleontologi riservano a fossili riemersi da un passato preistorico; e perché mia madre agisse come chi un’infanzia, un passato, una storia non ce li avesse nemmeno.

Incipit tratto da: Titolo: Di chi è la colpa

 
 
 

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