Il vento della distruzione
- Andrea Trofino
- 11 nov 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Troppo Corpo e lo Spirito muore… troppo Spirito e il Corpo muore… C. G. J.
Il vento scompiglia i suoi capelli in una fredda giornata di novembre, il mese in cui ci siamo conosciuti, nella giornata dedicata ai morti, noi lo abbiamo ribattezzato Lovembre, il mese dell’amore. Ma il vento vuole portarla via mentre io la stringo e impedire che la possa conoscere in fondo. Quel vento è identico al flusso dell’universo, quello che gode tanto a giocare con i dadi, a far accadere le cose per caso, quello che si diverte con lo scompiglio, adesso scompiglia i capelli dorati della mia amata. Questo romanzo non sembra avere una storia, o forse è troppo lunga da raccontare, è una storia vera. Il vento è il sussurro di un dio che non esiste più, il vuoto urlante di una creatura presente nel cuore di pochi e che vuole tornare in vita. Il vento è la sua voce e se ne viene trasportati come su un letto del fiume che scorre da Rocca fin dentro nel profondo del mare. E’ un flusso del pensiero che scappa da ogni angolo, il flusso del pensiero giusto, ammesso che ci sia una direzione esatta. Quando tutto nella mente funziona senza nessuna preoccupazione, allora ottieni il potere di una concentrazione assoluta, lunga come le ali del vento che attraversano le linee inarcate delle nuvole. E’ una sensazione che ho provato. Quando il tuo io si separa da tutti gli altri “noi”, da tutte le opinioni che intralciano il tuo cammino verso la felicità. La tristezza altro non è che il nostro pensiero del giudizio degli altri. Anja adesso non mi abbandonare, non mi abbandonare. Su quella collina il vento tira forte, sembra che Anja sia posseduta da una strana forza che la sta dirigendo dritta verso il dirupo. Il cagnolino con il vestito rosso che ti ho regalato scivola lentamente lungo il burrone. Un fulmine e poi un tuono apparentemente lontano. Vedo Anja che si inginocchia sul ciglio del burrone sugli altipiani di Rocca. La vedo con l’occhio di un falco e con quello del dio che non esiste. Si piega a tentoni ma resiste. Il prete nel frattempo lo hanno rinchiuso in un istituto. Ha i polmoni rovinati e sta per morire. Si dice che quando un paese muore si scatena un vento fortissimo che porta maleficio e distruzione, si sentono delle urla nell’aria che implorano aiuto. E’ la voce delle persone che non vogliono abbandonare il paese. Devo trovare il modo di salvare Anja. Io, Rocca e Anja. Dobbiamo fuggire, stabilire un piano d’azione. I passeri volano via quando il vento irrompe nei paesi che muoiono, capiscono che devono fuggire prima che la peste colpisca anche loro. Molti uomini invece preferiscono restare e spesso impazziscono. Altri semplicemente non riescono a capire e si lasciano andare al loro destino perché persi nell’oblio del loro passato, incatenati al ricordo. Quando una razza muore si salvano solo i più forti che hanno, non il coraggio, ma la ragione di andare via. Per non soffrire più.
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