Il solstizio
- Andrea Trofino
- 23 set 2020
- Tempo di lettura: 3 min
George! George! Sta arrivando il solstizio! Geooorge! Dove cazzo sei finito Geoorge?
Seduto sulla sua sedia a rotelle Adam guarda dalla finestra dal suo soggiorno attraverso le tende ingiallite una strada grigia con il cielo di bronzo di un autunno caduto pesante sulla testa di tutti gli uomini del paese. Fumando nervosamente una pipa degli anni ’70 e agitando con due dita gli occhiali da vista appannati, Adam chiama il suo inserviente che invece ha sempre pensato “che non serve a niente”. Da lontano non viene nessuna risposta. Eve è rimasta a letto spettinata e sgualcita come le sue lenzuola. Ormai vecchia fa fatica anche ad alzarsi e George sta tardando. Pensò per un attimo alla mela che le aveva regalato Enzo, un povero diavolo innamorato ma sbracato, un viscido serpente che la voleva sposare che strisciava sempre alla sua porta ma era fin troppo appiccicoso. Non aveva uno straccio di lavoro ed era solo ossessionato dalle belle prime donne come lo era Eve. Un uomo con una rabbia avvelenata addosso. Dopo tutti questi anni però la sua vita non era stata molto serena e anzi secondo i suoi pensieri vagabondi la sua vita era stata un vero inferno soprattutto da quel giorno che volle dare quella mela a George, per ricordarsi insieme il giorno loro matrimonio. Quel gesto fu una catastrofe che porto un’ondata di emozioni negative in cui affogare. George quel giorno scoppiò su tutte le furie, la rabbia lo aveva talmente acceso da renderlo talmente iracondo da attirare tutti i santi numi del cielo. Aveva raccolto tutta l’ira di Dio e aveva rinnegato la sua amata con tutto il cuore ma non ci poterono essere compromessi. La povera Eve cadde nel pianto disperato di chi ha perso tutta la propria serenità, tutto il paradiso perduto che aveva conosciuto. Non ci fu più un solo giorno della loro vita sereno e felice. Era stato aperto il Vaso di Pandora da dove schizzarono tutti i dolori del mondo che li perseguitarono per la vita intera. George rimase presto paralizzato quando non aveva neanche compiuto sessantanni per via di una malattia neuro-degenerativa che lo pose bloccato su una sedia a rotelle. Eve, d’altro canto, con i suoi lunghissimi capelli bianchi non poté fare molto per aumentare le entrate e non poteva certo chiedere aiuto ai loro due figli, due briganti che scapparono di casa cercando di arraffare quello che potevano, due piccoli ladruncoli incapaci, che non avevano mai conosciuto il mondo del lavoro nei campi. Ed avvenne così un altra tragedia che colpì la famiglia già distrutta e in tragedia: in una forte lite di una sera di sabato prima della santa domenica, i due fratelli si attaccarono in una forte colluttazione e uno uccise l’altro con la sola forza delle mani e le braccia, lo prese per la gola, la rabbia nera e disperata, la miseria nelle vene, lo uccise strangolandolo ma presto finì in una prigione a trascorrere il resto dei suoi giorni. Non c’è nessuna salvezza in questo inferno, non esistono miracoli, non ci sono scorciatoie. Verrete tutti giudicati. Uomini e donne. Eve adesso guarda fuori dalla finestra i fiocchi bianchi di neve cadere come fiori sulla strada. George, il maggiordomo, aveva sempre sostenuto che in quella casa il diavolo ci avesse messo lo zampino, pensò addirittura a chiamare un avvocato, l’avvocato del Diavolo, per cercare di poter negoziare la vita eterna scambiandola con l’inferno che vivevano. Ci sarebbe voluto solo un miracolo. Magari gettare una moneta nel pozzo a mezzanotte quando ci si riflette la luna.
Ma George, nonostante le urla di Adam, non arrivò mai a destinazione. Le urla diventarono strazianti, all’inferno non ci sono sconti per il dolore. Si sentirono per l’intero paese. Bestemmie, imprecazioni, maledizioni.
Il giorno dopo fu ritrovato bruciato vivo in casa sua mentre stava giocando con le pentole e i coperchi. Si era solo scottato una mano ma presto aveva preso fuoco tutto il resto del corpo perché nel suo sangue scorreva l’olio del peccato, versatogli in testa il giorno in cui fu battezzato.
Mai scherzare con il fuoco, mai giocare con le pentole poiché il diavolo si dimentica di fare i coperchi, in modo che così possiate scottarvi, o meglio ustionarvi con l’acqua che bolle in pentola.
Sarete tutti giudicati da uno chef di un reality show. Il vero diavolo è lui.
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