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I Grandi Suggestionati

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 2 ago 2008
  • Tempo di lettura: 1 min

E fu così che venni ricoverato al reparto Grandi Suggestionati. Dopo aver suggellato miriadi di stelle nelle nuvole di ghiaccio gelate dei miei sogni sudati la notte, fui preso e portato via con prognosi riservata e malattia molto più estroversa, sparsa ai quattro venti con il cuore surgelato e messo in gelateria per chi come me aveva smesso di leccare grandi dolci, cioccolata e miele. E in tutta la Suggestione il dottore del sogno infranto mi disse che ero terminale e la glassa scivolò via giù dal mio petto, la corazza pian piano si lasciò andare via, calò a picco, mi mise a nudo il corpo e la pelle, sotto un quintale di melassa, volevano farmi affogare tra lo zucchero e i canditi per farmi imparare a nuotare di nuovo con stile libero, di nuovo tornare ad amare, vita morte e miracoli e tutta la sdolcinatezza dell’universo intero.

Dopo dieci giorni le suggestioni persistono, hanno lasciato cicatrici indelebili, ognuno di noi ne porta qualcuna dopo aver superato la soglia di suggestione di terzo grado. Siamo piccoli esseri infiammabili, marchiati a fuoco da eventi e anche da non evidenti eventi.Superata l’ultima soglia scesi in pianterreno, fuori il giardino splendeva verde, il sole in alto giallo come un limone.

 
 
 

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