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Gli uomini vuoti

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 20 mag 2012
  • Tempo di lettura: 2 min

T.S. Eliot

Gli uomini vuoti

Un penny per il vecchio Guy

I Siamo gli uomini vuoti Siamo gli uomini impagliati Che appoggiano l’un l’altro La testa piena di paglia. Ahimè! Le nostre voci secche, quando noi Insieme mormoriamo Sono quiete e senza senso Come vento nell’erba rinsecchita O come zampe di topo sopra vetri infranti Nella nostra arida cantina

Figura senza forma, ombra senza colore, Forza paralizzata, gesto privo di moto;

Coloro che han traghettato Con occhi diritti, all’altro regno della morte Ci ricordano – se pure lo fanno – non come anime Perdute e violente, ma solo Come gli uomini vuoti Gli uomini impagliati..

II Occhi che in sogno non oso incontrare Nel regno di sogno della morte Questi occhi non appaiono: Laggiù gli occhi sono Luce di sole su una colonna infranta

Laggiù un albero ondeggia E voci vi sono Nel cantare del vento Più distanti e più solenni Di una stella che si spegne.

Non lasciate che sia più vicino Nel regno di sogno della morte Lasciate anche che porti Travestimenti così deliberati Pelliccia di topo, pelliccia di cornacchia, doghe incrociate In un campo Comportandomi come si comporta il vento Non più vicino –

Non quel finale incontro Nel regno del crepuscolo

III Questa è la terra morta Questa è la terra dei cactus Qui le immagini di pietra Sorgono, e qui ricevono La supplica della mano di un morto Sotto lo scintillio di una stella che si va spegnendo. E’ proprio così Nell’altro regno della morte Svegliandoci soli Nell’ora in cui tremiamo Di tenerezza Le labbra che vorrebbero baciare Innalzano preghiere a quella pietra infranta.

IV Gli occhi non sono qui Qui non vi sono occhi In questa valle di stelle morenti In questa valle vuota Questa mascella spezzata dei nostri regni perduti In quest’ultimo dei luoghi d’incontro Noi brancoliamo insieme Evitiamo di parlare Ammassati su questa riva del tumido fiume Privati della vista, a meno che Gli occhi non ricompaiano Come la stella perpetua Rosa di molte foglie Del regno di tramonto della morte La speranza soltanto Degli uomini vuoti.

V Qui noi giriamo attorno al fico d’India Fico d’India fico d’India Qui noi giriamo attorno al fico d’India Alle cinque del mattino.

Fra l’idea E la realtà Fra il movimento E l’atto Cade l’Ombra

Perché Tuo è il Regno Fra la concezione E la creazione Fra l’emozione E la responsione Cade l’Ombra

La vita è molto lunga Fra il desiderio E lo spasmo Fra la potenza E l’esistenza Fra l’essenza E la discendenza Cade l’Ombra

Perché Tuo è il Regno Perché Tuo è La vita è Perché Tuo è il

E’ questo il modo in cui finisce il mondo E’ questo il modo in cui finisce il mondo E’ questo il modo in cui finisce il mondo

Non già con uno schianto ma con un lamento.

 
 
 

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